Tsunami alle Salomone: servono tende e acqua pulita
Il bilancio provvisorio delle vittime dell’onda anomala sale a 20. Gli sfollati arrivano a 5mila. L’impegno della Caritas locale: le priorità ora sono acqua, cibo e ripari per i senzatetto. I danni maggiori a case e infrastrutture.
Honiara (AsiaNews/Agenzie) – Tende, cibo e acqua pulita. Su questo si concentrano da oggi gli aiuti della Caritas Australia e Nuova Zelanda sulle isole Solomone - Oceano Pacifico del sud - investite ieri da un violento tsunami costato la vita almeno a 20 persone. Un comunicato della Caritas internationalis ieri ha confermato l’allarme delle autorità locali: il bilancio delle vittime potrebbe salire.
 
La zona più colpita dall’onda è quella della provincia occidentale: nel capoluogo, Gizo, le comunicazioni non sono ancora ripristinate Lo stesso personale dell’agenzia umanitaria cattolica sta cercando di contattare il vescovo locale, mons. Bernard O’Grady; la sua abitazione si trova sul lungomare di Gizo, vicino alla cattedrale.
 
“Risponderemo all’emergenza  attraverso i nostri partner Caritas e la Chiesa locale” ha riferito Liz Stone, della Caritas Australia. Il rischio più grande ora sono le frane e gli smottamenti generati dall’inondazione e le malattie infettive che si potrebbero diffondere in condizioni di scarsa igiene.
 
Le isole Salomone hanno una popolazione di 500mila abitanti. Ieri un sisma sottomarino di magnitudo 8 sulla scala Richter, ha provocato frane che hanno sepolto un paio di villaggi, mentre l’onda anomala (alta fino a 10 metri) ha poi trascinato in mare diverse case e costretto gli abitanti alla fuga. Secondo fonti ufficiali, i danni maggiori sono proprio alle infrastrutture e alle abitazioni: colpiti diversi ospedali, cliniche rurali, cisterne d’acqua e stazioni ferroviarie. Le case private distrutte sono 900 e gli sfollati si aggirano intorno ai 5mila.  
 
Il governo australiano ha stanziato 1,6 milioni di dollari per l’emergenza. L'Onu si è offerto di aiutare Canberra nell'opera di soccorso.