Papa: Portando Gesù nel cuore, diffondere la grande notizia della Sua risurrezione
Alla presenza di oltre 50 mila pellegrini, in maggioranza giovani, Benedetto XVI ha spiegato il mistero della resurrezione di Gesù e le sue apparizioni i discepoli. Anche oggi è possibile l’incontro con il Risorto, testimoniando ovunque la “gioia pasquale”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Non possiamo conservare per noi la grande notizia” della resurrezione di Gesù”, ma ogni cristiano deve diffonderla con la sua testimonianza, dicendo le stesse parole dei discepoli: “Abbiamo visto il Signore!”. Così Benedetto XVI all’udienza del mercoledì dopo la Pasqua, tenuta oggi in piazza san Pietro. Il pontefice, che risiede in questi giorni Castel Gandolfo, è venuto a Roma per incontrare gli oltre 50 mila pellegrini, radunati in Vaticano. Fra loro vi sono moltissimi ragazzi e ragazze che si preparano alla professione di fede che precede il ricevimento del sacramento della Cresima. Quasi a voler confortare la professione di fede di questi giovani, il papa ha parlato della certezza nella fede nella morte e resurrezione di Gesù, dell’incontro con il Risorto, del “portare Gesù nel proprio cuore”, spingendo gli ascoltatori alla testimonianza e alla missione.
 
Benedetto XVI ha iniziato la catechesi con un lungo elenco di appellativi di Gesù risorto (“Sono Io la remissione dei peccati, Io il perdono, Io l’agnello del riscatto, la vostra salvezza, Io vi mostro il Padre”) tratti da uno scritto di Melitone di Sardi (II secolo), che tendono a far comprendere di più il mistero della morte e della resurrezione di Gesù. A tratti è sembrato che egli polemizzasse con alcune correnti teologiche contemporanee, che danno alla resurrezione solo un valore simbolico, rifiutando una concezione della resurrezione di Gesù come “il ritorno di un cadavere alla vita”.
Il papa ha precisato: Gesù “non è tornato nella situazione precedente”, come Lazzaro, che era risuscitato; Cristo “è passato ad una vita nuova,” e citando san Bernardo ha precisato: “Gesù ha varcato una frontiera verso una condizione nuova, un condizione più gloriosa e definitiva”. E ha ricordato il diverso atteggiamento di Gesù verso Maria di Magdala e verso Tommaso. Ad una, ricorda il papa, Gesù le dice “Non mi trattenere”; all’altro invece chiede di mettere le mani al posto dei chiodi e nel costato trafitto. Benedetto XVI spiega: Maria di Magdala vuole avere il suo maestro come prima. Ma ormai non c’è più spazio per un incontro con il Risorto “in un ritorno al passato”, come prima, occorre invece “una relazione nuova”. A Tommaso, Gesù chiede di toccarlo, e gli domanda di essere testimone della sua morte e resurrezione, spinge il discepolo “verso il futuro”, non verso il passato.
 
Ripercorrendo tutte le apparizioni del Risorto di cui parlano i Vangeli, Benedetto XVI ha esortato i presenti a fare come i discepoli, a “cercare il Signore”. Citando “la corsa” di Pietro e Giovanni al sepolcro dopo la notizia portata da Maria Maddalena sulla tomba vuota (cfr Giov. 20, 1-8), egli ha detto che questa è l’immagine di una “competizione legittima fra credenti, a gara nella ricerca di Cristo”. “Se cerchiamo il Signore con animo semplice e sincero, lo incontreremo. Anzi sarà Lui stesso a venirci incontro,  si farà riconoscere, ci chiamerà per nome, ci farà entrare nell’intimità del suo amore”.
 
Egli ha anche ricordato la lettura della messa di oggi, sull’apparizione di Gesù ai discepoli di Emmaus che “sconsolati per la morte del loro maestro, ritornavano a casa (cfr Luca 24, 13-35). Il Signore si fece loro compagno di cammino, senza che lo riconoscessero. Le sue parole, a commento delle Scritture che lo riguardavano, resero ardenti i cuori dei discepoli”. Lo riconobbero poi, dopo “lo spezzare del pane”, “mentre egli scomparve”.
 
A commento il papa cita sant’Agostino “Se crediamo lo conosciamo, anzi se crediamo lo abbiamo”. E citando una frase di san Bernardo di Chiaravalle, ha aggiunto: “Avevano Cristo alla loro tavola, noi lo abbiamo nostra anima”; avere “Cristo nel proprio cuore è molto di più che averlo nella propria dimora”. Noi, ha detto il papa, “portiamo Gesù nel cuore”.
Alla fine Benedetto XVI ha chiesto l’intercessione di Maria perchè i cristiani diventino capaci di “gustare pienamente la gioia pasquale” e “diventiamo capaci di diffonderla ovunque viviamo ed operiamo”.