Polizia spara in aria tra la folla, un ferito. Le violenze, segnali di squilibrio sociale
Oltre 10mila manifestanti hanno accusato ieri il governo dell’ex colonia portoghese di favorire lo sviluppo economico a scapito del loro lavoro. Pechino avverte Macao: risolvere la questione al più presto.
Macao (AsiaNews) – Le proteste avvenute ieri nell’ex colonia portoghese di Macao “dimostrano come il governo locale non abbia prestato alcuna attenzione alle proteste dei suoi cittadini, pensando più allo sviluppo economico che al benessere sociale: un male che colpisce anche la Cina continentale”.
 
E’ questo il senso di diversi commenti, espresso da alcuni dissidenti cinesi, alle violente proteste anti-governative che ieri hanno scosso l’isola. Circa 10mila lavoratori, in marcia per festeggiare il primo maggio, hanno infatti accusato l’esecutivo di “favorire lo sviluppo economico a scapito del loro lavoro”.
 
La polizia, presente sul luogo, è stata costretta a sgombrare i manifestanti sparando in aria e colpendo all’impazzata la folla con i manganelli elettrici. Una donna è stata colpita da un proiettile ed è al momento ricoverata in ospedale, mentre 21 poliziotti ed un centinaio di manifestanti sono stati feriti in modo lieve.
 
Secondo un editorialista del South China Morning Post, quotidiano di Hong Kong, “i benefici che i casinò [principale fonte di reddito di Macao, definita la Las Vegas asiatica ndr] portano all’economia locale sono stati accentrati da un’amministrazione corrotta, che non ha voluto condividere con la popolazione i frutti dello sviluppo finanziario. In questo modo, hanno costretto i lavoratori alla violenza”.
 
Il fenomeno “è sotto gli occhi del governo centrale, che pur apprezzando la fedeltà di Macao alla madrepatria ha già avvertito il Capo dell’Esecutivo Ho Hau-wah: se i profondi problemi sociali dell’isola non vengono affrontati, arriveranno i guai per tutto l’esecutivo”.