Papa: ambiente, rispetto umano e riconoscimento dei valori spirituali, le sfide al mondo di oggi
In un messaggio alla Pontificia accademia delle scienze sociali Benedetto XVI afferma che “tutto ciò che la terra produce e tutto ciò che l’uomo trasforma e confeziona, tutta la sua conoscenza e tecnologia, tutto è destinato a servire lo sviluppo materiale e spirituale della famiglia umana e di tutti i suoi membri”.

Città del Vaticano (AsiaNews) - L’ambiente e lo sviluppo sostenibile, il rispetto dei diritti e della dignità dell’uomo, il riconoscimento e la condivisione dei valori spirituali sono le tre “sfide” che l’umanità di oggi si trova ad affrontare e che possono trovare soluzione solo se nei rapporti tra popoli e nazioni si usano giustizia e carità. Ne è convinto Benedetto XVI che dedica proprio a “Carità e giustizia nei rapporti fra Popoli e Nazioni” un messaggio inviato al presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali, Mary Ann Glendon, in occasione della XIII sessione plenaria dell’Accademia.

“Senza dubbio – scrive il Papa - la costruzione di una società giusta è responsabilità primaria dell'ordine politico, sia nei singoli Stati come anche nella Comunità internazionale”. La Chiesa vuole dare il suo contributo per “formare le coscienze e per stimolare una risposta più ampia alle genuine esigenze della giustizia”, anche nella convinzione che “anche nella più giusta delle società, ci sarà sempre posto per la carità”.

Il magistero della Chiesa, “che si rivolge non soltanto ai credenti ma anche a tutti gli uomini di buona volontà”, si richiama “alla retta ragione e ad una sana comprensione dell'umana natura nel proporre principi capaci di guidare gli individui e le comunità verso il perseguimento di un ordine sociale contrassegnato da giustizia, libertà, solidarietà fraterna e pace”. Al centro di tale insegnamento, “vi è il principio della destinazione universale di tutti i beni della creazione. Secondo tale fondamentale principio, tutto ciò che la terra produce e tutto ciò che l’uomo trasforma e confeziona, tutta la sua conoscenza e tecnologia, tutto è destinato a servire lo sviluppo materiale e spirituale della famiglia umana e di tutti i suoi membri”.

In questa ottica, Benedetto XVI indica “tre specifiche sfide che il mondo si trova ad affrontare, sfide che credo possano essere affrontate solo attraverso un convinto impegno a servizio di quella giustizia più grande che è ispirata dalla carità”.

La prima “riguarda l'ambiente e uno sviluppo sostenibile”. Nella consapevolezza della limitatezza dei beni “vi è bisogno di una capacità di valutare e di prevedere, di monitorare le dinamiche del cambiamento ambientale e dello sviluppo sostenibile, di delineare e applicare soluzioni a livello internazionale. Particolare attenzione deve essere rivolta al fatto che i Paesi più poveri sono quelli che sembrano destinati a pagare il prezzo più pesante per il deterioramento ecologico”. D’altro canto “nell'affrontare le sfide della protezione dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile, siamo chiamati a promuovere e a ‘salvaguardare le condizioni morali di un'autentica «ecologia umana»’ (Centesimus annus, n. 38). Questo, d'altra parte, esige una relazione responsabile non soltanto con la creazione ma anche con il nostro prossimo, vicino e lontano, nello spazio e nel tempo, e con il Creatore”.

Ciò conduce ad una seconda sfida, “che chiama in causa il nostro concetto di persona umana e, di conseguenza, le nostre relazioni reciproche. Se gli esseri umani non sono visti come persone, maschio e femmina, creati ad immagine di Dio (cfr Gn 1, 26), dotati di una dignità inviolabile, sarà ben difficile raggiungere una piena giustizia nel mondo”.

Una terza sfida si rapporta ai valori dello spirito. “Incalzati da preoccupazioni economiche, tendiamo a dimenticare che, al contrario dei beni materiali, i beni spirituali che sono tipici dell'uomo si espandono e si moltiplicano quando sono comunicati: al contrario dei beni divisibili, i beni spirituali come la conoscenza e l'educazione sono indivisibili, e più vengono condivisi, più vengono posseduti”. La globalizzazione ha aumentato l'interdipendenza dei popoli e quindi “il bisogno di dialogo” che, a sua volta, presuppone una “necessaria giusta uguaglianza di opportunità, specie nel campo dell'educazione e della trasmissione della conoscenza. Purtroppo, l'educazione,specialmente al livello primario, rimane drammaticamente insufficiente in molte parti del mondo”.

“Per affrontare tali sfide – conclude il messaggio - solo l'amore per il prossimo può ispirare in noi la giustizia a servizio della vita e della promozione della dignità umana. Solo l'amore all'interno della famiglia, fondata su un uomo e una donna, creati a immagine di Dio, può assicurare quella solidarietà intergenerazionale che trasmette amore e giustizia alle generazioni future. Solo la carità può incoraggiarci a porre la persona umana ancora una volta al centro della vita nella società e al centro di un mondo globalizzato, governato dalla giustizia”.