Sono stati uccisi i due operatori della Croce Rossa rapiti a Colombo
I corpi rinvenuti ieri a Ratnapura; i due erano stati sequestrati da uomini armati che si dicevano poliziotti. Ieri feroce battaglia nel nord. Almeno 82 morti tra ribelli e militari. Attesa per l’arrivo dell’inviato speciale giapponese, intenzionato a riavviare il moribondo processo di pace.
Colombo (AsiaNews) - Due dipendenti della Croce Rossa sono stati trovati morti ieri a Ratnapura. Un gruppo di uomini armati, che si erano finti poliziotti, li aveva sequestrati due giorni prima nella capitale dello Sri Lanka, Colombo. I due sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco. Lo ha annunciato l'organizzazione umanitaria. “Facevano parte di un team di 6 operatori umanitari venuti da Batticaloa - est del Paese - per effettuare un tirocinio legato all'aiuto delle vittime dello tsunami”, ha dichiarato il direttore della Croce Rossa per lo Sri Lanka, Neville Nanayakkara. I corpi di S. Shanmungaligam e K. Chandramohan sono stati scoperti ieri sera nella città di Ratnapura, nel centro del Paese.
 
La polizia ha negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda. Solo il giorno prima, il presidente dello Sri Lanka, Mahinda Rajapakse, aveva definito “falsi” la maggior parte dei casi di sequestri attribuiti alle forze dell’ordine o all’esercito nazionale. Gruppi per i diritti umani denunciano, invece, centinaia di rapimenti e sparizioni nelle aree controllate dai governativi negli ultimi mesi, da quando si è intensificata la recrudescenza della guerra civile nel nord e nell’est del Paese.
 
Ieri violenti scontri tra le Tigri per la liberazione del Tamil Eelam (Ltte) e militari nei distretti settentrionali di Vavuniya e Mannar hanno lasciato sul campo 82 morti. Secondo comunicati delle rispettive parti, i militanti delle Tigri uccisi sarebbero 52, mentre le vittime militari 30. Intanto è atteso per domani l’arrivo in Sri Lanka di Yasushi Akashi, l’inviato speciale del Giappone, principale donatore dell’ex Ceylon. Obiettivo della visita di 4 giorni nelle zone del conflitto è riavviare il processo di pace, installo da quasi un anno.
 
Sta intanto per terminare il “mese degli eroi di guerra”, indetto per la prima volta quest’anno da Rajapakse, i primi di maggio, nel tentativo di alzare il morale dell’esercito e nella speranza di raccogliere maggiori consensi tra la popolazione, che sempre meno capisce i motivi di una guerra più che ventennale. Fonti cattoliche nel Paese apprezzano l’iniziativa di Colombo di “ricordare i militari caduti del conflitto”, ma allo stesso tempo, per non ridurre tutto a propaganda, chiedono di celebrare anche gli ancora più numerosi civili che hanno sacrificato le loro vite per una guerra brutale”.