Parroco di Gaza: “Scempio” e “barbarie” contro le suore del Rosario
P. Manuel Musallam racconta ad AsiaNews la distruzione del convento e della cappella delle suore, ad opera di sconosciuti proprio durante la guerra fra Hamas e Fatah. La solidarietà di cristiani e musulmani. Un appello: “Pregate per noi. Basta con la violenza: i palestinesi hanno sofferto ormai troppo”.

Gaza (AsiaNews) – “Un gesto barbarico”: così p. Manuel Musallam, parroco a Gaza, bolla la razzia contro il convento delle suore del Rosario, che ha distrutto mobili, sedie, porte, violando la cappella e bruciando immagini e libri sacri.

P. Manuel, 69 anni, è parroco alla chiesa latina della Sacra Famiglia a Gaza, unico sacerdote cattolico nella Striscia. Mentre parla con AsiaNews, la voce del muezzin invita alla preghiera di mezzogiorno: “Le persone che hanno compiuto questi gesto barbarico stanno cercando di implicare noi cristiani dentro la lotta fra Hamas e Fatah, ma noi non li temiamo”.

Il saccheggio del convento è avvenuto il 14 giugno scorso, mentre nella Striscia di Gaza si consumava la guerra fra i due gruppi. Il convento si trova molto vicino a un edificio della sicurezza, ora occupato da Hamas.

“Un gruppo di sconosciuti  - racconta p. Manuel - ha attaccato e distrutto l’interno dell’edificio delle suore. Hanno distrutto ogni cosa dentro la casa e rubato i computer. Poi sono entrati nella cappella e hanno rotto i mobili, bruciando le immagini sacre e i libri sacri. Hanno buttato per terra le Sacre specie e hanno distrutto ogni cosa trovassero al loro passaggio: letti, sedie, tavoli, tende, sparando e bruciando i muri. Finora non conosciamo gli autori, perché hanno agito nel buio e le suore non erano presenti in quel momento”.

P. Manuel è restio a parlare di persecuzione: “I nostri rapporti coi musulmani non sono solo buoni, ma eccellenti. Non penso che quanto è successo provenga da un ordine preciso di Hamas o Fatah. In passato, quando la Chiesa ha avuto difficoltà, essi sono intervenuti a difesa. Ad esempio, durante le manifestazioni qui a Gaza sulla questione delle vignette contro Maometto, o nelle manifestazioni seguite al discorso del papa a Regensburg”.

A riprova, egli elenca tutte le persone, cristiane e musulmane, che gli esprimono solidarietà:

“Solo stamattina mi hanno visitato almeno 100 persone, cristiane e musulmane. Mi ha anche telefonato il presidente Abou Mazen da Ramallah per esprimermi amicizia e sdegno.

L’intera comunità di Gaza ci è vicina. Due ministri di Hamas sono venuti anche a visitare il convento e la scuola delle suore e hanno promesso di riparare ogni danno. Oggi  sono venuti anche alcuni sheikh religiosi. Chi ha fatto quello scempio era ben equipaggiato con armi: hanno distrutto la porta con un razzo. Ciò mostra il loro altissimo livello di barbarie e il loro tentativo di creare difficoltà fra cristiani e musulmani”.

A Gaza vi sono 5 suore del Rosario. Tre di loro curano una scuola – asilo e scuola elementare – che raccoglie circa 500 bambini. “È un servizio molto apprezzato dalle famiglie”, commenta p. Manuel.

“Nella nostra parrocchia – continua - abbiamo anche una scuola che serve 1200 bambini, di qualunque estrazione. Perfino i fondamentalisti presenti qui a Gaza mandano i loro figli alla nostra scuola, considerata la migliore in tutta l’area”.

Fra le presenze significative della Chiesa di Gaza, il sacerdote elenca 4 Piccole Sorelle di de Foucald e 6  Missionarie della Carità, l’ordine di Madre Teresa.

“Come cristiani – continua il padre - abbiamo una discreta presenza a Gaza.  Ma mi preme affidarvi questo messaggio: pregate per noi. Abbiamo bisogno di un sostegno spirituale, ma anche di una risposta alle difficoltà che la gente soffre: fame, mancanza di lavoro, di tranquillità, siamo ormai stanchi. La pressione che soffriamo tutti i giorni è anzitutto nel cuore, poi nelle famiglie e infine nelle violenze all’esterno. Per costruire la pace, bisogna cominciare a guarire e dare la pace ai cuori.

I palestinesi hanno sofferto ormai troppo e abbiamo bisogno di una situazione stabile. Abbiamo vissuto sotto l’occupazione, sotto difficoltà e pressioni e tutto questo crea violenza. Siamo in una spirale di violenza che non si ferma e che cresce giorno per giorno perché in questa nazione manca la pace. Basta con la guerra, basta con gli assassini, basta con l’occupazione, l’umiliazione di questa gente!”.