Al via la campagna elettorale per il decisivo voto del 29 luglio
In palio la metà dei seggi della Camera alta del parlamento. La popolarità del premier Abe è ai minimi storici, dopo i recenti scandali che hanno colpito il governo. Una sconfitta potrebbe non compromettere la maggioranza dell’attuale governo, ma costringere Abe alle dimissioni.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Inizia oggi in Giappone la campagna elettorale per il voto del 29 luglio che eleggerà metà dei 242 seggi della Camera alta del parlamento. Gli analisti concordano che è anche un test cruciale per il premier Shinzo Abe, che ha preso l’incarico lo scorso settembre per il Partito liberale democratico, e la cui popolarità  è in crisi, dopo una serie di errori e scandali che hanno portato due ministri alle dimissioni e un altro al suicidio.

Abe aveva il 60% dei consensi, dopo che all’inizio del mandato è andato a Pechino ed a Seoul dopo anni di rapporti difficili. Ma recenti indagini gli danno il 30% di preferenze. Due mesi fa è emerso che per anni il governo, sempre presieduto dal Pld, ha perso i dati relativi ai contributi pensionistici versati da 50 milioni di persone. Abe ha rimosso i responsabili dell’Agenzia per la sicurezza sociale, responsabile per gli errori, e ha disposto una nuova organizzazione delle pensioni dall’inizio del 2008, ma questo potrebbe non bastare a tranquillizzare i cittadini infuriati.

Il premier rischia anche di pagare per una serie di scandali e di errori dei suoi ministri. All’inizio di luglio Fumio Kyuma, ministro della Difesa, si è dimesso dopo le proteste pubbliche per un suo commento che ha giustificato le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki nel 1945. A maggio il ministro dell’Agricoltura Toshikatsu Matsuoka, voluto da Abe nel governo nonostante già oggetto di accuse di corruzione, si è impiccato poche ore prima di una riunione con una commissione del Senato giapponese, convocata per chiedere conto della sua gestione economica del dicastero. Il suo successore, Norihiko Akagi, deve spiegare la destinazione di milioni di yen che figurano spesi per uffici aventi sede presso la casa dei suoi genitori. A gennaio Hakuo Yanagisawa, ministro della Salute, è stato sommerso dalle critiche dopo che ha definito le donne come “macchine per fare figli”. A dicembre si sono dimessi il ministro per la Riforma amministrativa e il capo dell’ufficio delle Imposte perché coinvolti in decisioni finanziarie molto discusse.

In questa situazione il Partito democratico del Giappone, di opposizione, dice che questo voto sarà “il primo passo verso un grande cambiamento della politica del Paese”.

La attuale coalizione di governo ha la maggioranza nella Camera bassa, ritenuta più influente e che sceglie il primo ministro, e una sconfitta nella Camera alta potrebbe non togliergli la maggioranza di governo. Ma potrebbe costringere Abe alle dimissioni.