Lettera aperta chiede il ritorno a un marxismo ortodosso e la cacciata del capitalismo
E’ l’opinione di un gruppo di ex ministri, accademici e ufficiali dell’esercito, che inviano ai leader una lettera aperta contro le riforme e il capitalismo. Per il Congresso del Pc in autunno si profila uno scontro acceso tra ala liberale e conservatrice.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – “I segretari del Partito sono diventati capitalisti e i capitalisti sono entrati nel Partito, mentre operai e contadini hanno perso la loro posizione di maestri dello Stato… Le ditte straniere saccheggiano i nostri mercati e schiacciano la nostra economia”. Un gruppo di 17 ex ministri e diplomatici, accademici ed ufficiali della “vecchia guardia” ha pubblicato ieri sul sito web “La bandiera di Mao Zedong” una lettera aperta diretta ai leader cinesi, condannando senza appello le riforme economiche e sociali e chiedendo un ritorno al marxismo ortodosso. Per il congresso del Pc in autunno si delinea un accesso scontro tra ala liberale e conservatrice.

“La causa socialista – scrivono – è stata molto trascurata e ha perso la via. Parlando con franchezza, le riforme in atto vogliono sostituire la proprietà privata a quella pubblica e trasformare la Cina da Paese socialista in uno capitalista. E’ una via sbagliata. E’ un momento molto precario”. Sotto accusa l’apertura del Paese agli investimenti esteri e l’ammissione nel Pc dei capitalisti. Questo ha portato – ritengono i firmatari a “un pericoloso miscuglio” di corruzione dilagante, disoccupazione, disuguaglianze sociali ed economiche e diffuse proteste di massa. Per “eliminare il male fondamentale” non è sufficiente “mettere in carcere funzionari corrotti e adottare programmi di aiuto sociale”. Ma occorre restaurare un marxismo ortodosso e “purgare” le ideologia socialiste revisioniste e di democrazia sociale. A questo fine, il gruppo sollecita elezioni davvero competitive per i membri del Comitato centrale e anche per il segretario del Pc, con evidente critica alla guida del presidente Hu Jintao.

La protesta arriva subito dopo che l’ala liberale del Pc ha criticato i leader per non avere consentito una riforma democratica del Paese né affrontato in modo adeguato i problemi sociali.

Analisti osservano che nel congresso del Pc previsto in autunno sarà in discussione non soltanto l’avvicendamento tra gruppi di potere, ma la stessa linea della Cina per i prossimi anni.