Verso le Olimpiadi: avvocato dissidente pestato dalla polizia e arrestato
Zheng e 100 proprietari espropriati hanno cercato, senza successo, di deporre sugli abusi subiti da parte di un imprenditore edile di Shanghai, processato per corruzione. A un anno dalle Olimpiadi, esperti e attivisti sindacali osservano che la situazione dei diritti umani รจ peggiorata.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Pestato dalla polizia e poi messo agli arresti domiciliari il dissidente avvocato Zheng Enchong, per impedirgli di partecipare a un processo. Esperti: la Cina non ha mantenuto la promessa che le Olimpiadi avrebbero portato libertà e rispetto dei diritti.

Zheng e 100 residenti di Dongbakuai, espropriati senza adeguato indennizzo per realizzare un progetto edilizio, hanno chiesto con una petizione un processo pubblico per l’imprenditore edile Zhou Zhengyi (conosciuto come Chau Ching-ngai). Zhou è coinvolto nello scandalo che ha travolto l’ex segretario del Partito comunista di Shanghai Chen Liangyu ed è stato arrestato a ottobre per corruzione e frode fiscale.

La mattina del 24 luglio la polizia ha circondato Zheng diretto in Tribunale, lo ha percosso a lungo davanti a numerosi passanti, lo ha poi portato alla casa della cognata, Jiang Zhongli. Più di 30 poliziotti con 5 auto sono rimasti agli estremi della via, sorvegliando l’abitazione.

Zheng è stato in carcere per tre anni per “rivelazione di segreti di Stato” e privato dei diritti politici fino al mese scorso, cosa che significa un virtuale stato di arresti domiciliari.

A un anno dalle Olimpiadi, esperti osservano che la Cina non ha migliorato la situazione dei diritti dei cittadini, come promesso nel 2001, al momento dell’assegnazione dei Giochi, da Wang Wei, segretario generale del Comitato per l’organizzazione dei Giochi: “Daremo ai media una completa libertà quando verranno in Cina” per le Olimpiadi.

Han Dongfang, fondatore del primo sindacato cinese non di partito, osserva alla Cnn che la situazione dei “diritti dei lavoratori è peggiorata negli ultimi anni”. Nei mesi scorsi è scoppiato lo scandalo di bambini fatti lavorare in fabbrica e sottopagati per produrre gadget olimpici per grandi ditte occidentali.

Lo studioso Willy Wo Lap Lam osserva che “la polizia segreta in ogni città ha l’elenco dei dissidenti e delle persone ‘pericolose’… Invece di seguire i giornalisti occidentali, la polizia deve solo sorvegliare le case dei ‘sospetti’. Così saranno sicuri che non possano parlare o collaborare con i giornalisti”. Lam aggiunge che a Pechino “stanno migliorando l’ambiente e risolvendo i problemi del traffico stradale, ma attraverso metodi draconiani”.

Anche il professore Joseph Cheng dell’università della città di Hong Kong ritiene che per le Olimpiadi “tutti i piantagrane spariranno”. “Venti anni fa erano posti agli arresti. Ora daranno loro una vacanza. Comunque, non potranno parlare con giornalisti esteri”. “Il Pc – conclude Lam – vede i Giochi come un’opportunità per mostrare al mondo la grande crescita economica e le capacità diplomatiche. Ma all’interno, aiuteranno il Pc a rinforzare la posizione, usando l’orgoglio nazionale per giustificare il ruolo dominante del Pc”.

Intanto il Cio appare non troppo interessato al problema. Giselle Davies, direttore Cio per le Comunicazioni, dice alla Cnn che “leader cinesi hanno dichiarato che hanno migliorato la situazione dei diritti umani e hanno parlato di come i Giochi siano parte di un processo che favorisce questi diritti”, seppure senza mai indicare elementi utili “per giudicare queste dichiarazioni”. Ma comunque “il Cio è convinto che il mondo guarderà e vedrà i Giochi come un momento chiave in un periodo di transizione e sviluppo per una Cina migliore”.