Papa: gioisco con gli iracheni per la loro vittoria della Coppa d’Asia
All’udienza generale Benedetto XVI sottolinea che la gioia popolare esplosa per l’evento calcistico “rivela il desiderio di un popolo di avere una vita normale e serena”. Un saluto al movimento scoutistico che proprio oggi festeggia i 100 anni dalla sua istituzione.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Come tante volte ho pianto con gli iracheni questa volta con loro gioisco”: la vittoria della squadra irachena di calcio della Coppa d’Asia è stata inusualmente evocata oggi da Benedetto XVI per tornare ad esprimere la sua vicinanza al martoriato Paese mediorientale. Le “congratulazioni” del Papa per un evento calcistico sono giunte al termine dell’udienza generale, quando Benedetto XVI ha parlato della “esplosione popolare di gioia” che è esplosa nell’intero Paese di fronte allo “storico successo per l’Iraq, per la prima volta campione di calcio dell’Asia”. E’ stato, un “entusiasmo che ha contagiato tutti gli abitanti, scesi per le strade per festeggiare l’evento”, e “questa esperienza di lieta condivisione rivela il desiderio di un popolo di avere una vita normale e serena”. “Auspico - ha concluso - che l'evento possa contribuire a realizzare in Iraq, con l'apporto di tutti, un futuro di autentica pace nella libertà e nel reciproco rispetto. Congratulazioni!”.
 
L’inconsueto riferimento del Papa alla vittoria di una squadra di calcio ha segnato la ripresa, questa mattina delle udienze generali del mercoledì, interrotte per le tre settimane del soggiorno a Lorernzago di Cadore. Il Papa, giunto in elicottero da Castelgandolfo, dove risiede durante l’estate, è stato accolto da seimila fedeli nell'Aula Paolo VI. Tra loro circa 200 scout che, come Benedetto XVI ha ricordato salutandoli, festeggiano il centesimo anniversario della nascita del movimento scoutistico mondiale.
 
La ripresa della normale cadenza delle udienze generali è stata messa in rilievo dallo stesso Papa: “riprendo le catechesi - ha infatti esordito - da dove eravamo rimasti, cioè dalla figura del santo vescovo Basilio, considerato uno dei padri della dottrina sociale perché diceva alla sua Chiesa: 'tutti i bisognosi guardano alle nostre mani come noi facciamo con quelle di Dio. Non dobbiamo oltraggiare Cristo con la disumanità verso gli uomini'”.
 
Sulle orme di San Basilio, Benedetto XVI ha poi affermato che “solo la virtù è un bene inalienabile e rimane durante la vita e dopo la morte” e che “solo aperti a Dio, padre comune, possiamo creare un mondo giusto e fraterno”. Da San Basilio, infine, arriva anche il criterio con i quale dobbiamo avvicinarci agli autori classici: “dobbiamo prendere ciò che è utile, con discernimento. Le api non vanno indistintamente su tutti i fiori e noi, se siamo saggi, dobbiamo prendere quello che rappresenta la verità e ci serve per crescere spiritualmente”.
 
Un saluto particolare, infine, è stato dedicato agli “Scout d’Europa che questa mattina con la loro presenza intendono riaffermare la loro partecipazione ecclesiale dopo aver rinnovato la loro promessa scout”. “Il mio pensiero – ha proseguito - si rivolge a tutti gi scout e le guide del mondo che rinnovano la loro promessa proprio oggi”. A loro Benedetto XVI ha espresso l’auspicio "che il movimento educativo dello scoutismo, scaturito dalla profonda intuizione di lord Robert Baden Powell, continui a produrre fecondi frutti di formazione umana, spirituale e civile in tutti i Paesi del mondo”.