Nella frenesia della vita di tutti i giorni, la ricerca del significato della vita. L’esempio di coloro che raggiunsero il Monte Carmelo, proprio come il profeta Elia. La ricerca di Dio per la felicità “così importante ed irrefrenabile che alcune persone sono pronte a rinunciare letteralmente a tutto per essa”. “Non tutti noi siamo chiamati a scalare una montagna lontana; ma tutti noi possiamo cercare di fare spazio a un po’ di silenzio nel nostro cuore per permettere alla voce di Dio di raggiungerci”. L’aiuto dei più bisognosi è un modo per incontrare Gesù, come Maria ai piedi della Croce.
Hossein Ferydoun era stato arrestato ieri per “reati finanziari”. In un primo momento la cauzione fissata a oltre 13 milioni di dollari, poi scesa a 9,3 milioni. L’indagine resta aperta ed egli potrebbe finire di nuovo in prigione. Si inasprisce la lotta fra magistratura (sostenuta dai Guardiani della rivoluzione) e Rouhani.
In Sri Lanka si discute sulle modifiche alla carta fondamentale del 1978. Ranil Wikremasinghe ha voluto rassicurare una settantina di monaci buddisti che minacciavano gravi conseguenze. Pastore anglicano: “Dividere Stato e religione”. Musulmani di Colombo: “è un dramma politico”.
Il presidente cinese ha stabilito che le imprese a capitale straniero devono poter beneficiare dello stesso trattamento concesso a quelle nazionali. Al World Economic Forum di Davos, Xi si era posto come difensore del libero scambio e della globalizzazione contro le velleità protezionistiche di Donald Trump. Ma le imprese straniere che operano in Cina avevano messo in evidenza gli ostacoli insormontabili che devono superare nel suo Paese.
L’account, in 9 lingue, è stato aperto da Benedetto XVI il 3 dicembre 2012, è tra più seguiti al mondo ed è quello che registra più retweet. Nelle ultime settimane molto ritwittato un pensiero relativo al piccolo Charlie Gard e a tutti i bambini affetti da gravi malattie.
Un tribunale turco ha confermato il carcere per sei militanti, fra cui Idil Eser. AI parla di “simulacro di giustizia” in atto nel Paese. In cella anche due formatori, uno svedese e un tedesco. Essi avrebbero commesso “un crimine” in nome di una “organizzazione terrorista” (il movimento di Gulen) “senza farne parte”.