Non mantenute le promesse di Hariri di ritornare in Libano. Il sequestro del premier è un attentato alla “sovranità e dignità” del Paese. Libanesi delusi per non aver visto nemmeno in foto i familiari di Hariri incontrare il patriarca Rai. Rappresentanti del governo francese vanno a Riyadh. Il presidente Rouhani attacca l’Arabia saudita, che “supplica” Israele di “bombardare il popolo libanese”.
L’università del Guizhou ha cancellato le lezioni del prof. Yang Shaozheng, a cui si consiglia di “tenere la bocca chiusa e non fare alcun tipo di affermazione politica”. Un libro di Clive Hamilton, in Australia, bloccato dalla casa editrice, paurosa di vendette da parte della Cina. Per non “fare la fine dell’Urss”, Xi Jinping si oppone ad ogni critica. I risultati del Congresso del Partito diffusi con conferenze in diverse parti del Paese.
Washington cauta: distinguere tra l’amministrazione civile ed i vertici militari. Gli Usa forniranno altri 40milioni di euro in aiuti umanitari per i rifugiati. La Cina manifesta insofferenza per il coinvolgimento degli Usa negli affari militari del Myanmar. Aung San Suu Kyi risponde alle critiche.
Il rettor maggiore dei salesiani interviene anche sul tema dei giovani, argomento del prossimo Sinodo dei vescovi. I salesiani operano in 132 Paesi e stanno raccogliendo le opinioni dei giovani. “Comunione d’intenti” tra papa Francesco e don Bosco di portare la missione fino alle periferie del mondo.
In costante aumento il numero delle vittime: sono almeno 530. Rouhani promette intervento immediato. Solidarietà da tutto il mondo. Dubbi sulle case costruite dal governo di Ahmadinejad. Dal 1990, 100mila iraniani sono morti a causa di un terremoto.
Tra le fila dell’Arakan Rohingya Salvation Army (Arsa) 5mila guerriglieri. Solo i giovani Rohingya si sottopongono all’addestramento. Il reclutamento nei villaggi iniziato più di tre anni fa. Le azioni dello scorso agosto pianificate da mesi. Alle violenze hanno preso parte anche gli abitanti dei villaggi musulmani. Almeno 150 jihadisti hanno trovato rifugio nei 15 campi profughi di Cox’s Bazar, Bangladesh.