La manifestazione si è tenuta a Tel Aviv, la sera dell’11 agosto. Sventolavano bandiere palestinesi e israeliane. Fra i presenti, si respirava “speranza”. Direttore di Physicians for Human Rights – Israel: “Israeliani, arabi, ebrei, palestinesi: con tutte le differenze fra le nostre identità possiamo appellarci per lo stesso scopo, essere vicini”. Bernard Sabella: “Ebrei e arabi che hanno partecipato hanno la visione di uno Stato che la manifestazione rifletteva: uno Stato che sia inclusivo per tutti i suoi cittadini”.
Ieri si sono svolti raduni locali del gruppo Evangelical Fellowship of India. L’appello: “Tutti insieme si può cambiare la situazione”. La manifestazione si svolge in un momento critico per la storia del Paese, segnato da episodi di violenza e discriminazione nei confronti delle minoranze.
Un editoriale del quotidiano di Stato loda le politiche repressive attuate nella regione contro gli uiguri. Lo Xinjiang ha scongiurato il pericolo di diventare “la Siria o la Libia della Cina”. Rapporto di una commissione Onu denuncia la presenza di un milione di musulmani rinchiusi in campi d’internamento.
Dall’inizio di quest’anno le rotative delle aziende di Stato stampano banconote a pieno regime. Fonti interne alle società affermano che solo in minima parte si producono yuan. I Paesi che affidano a Pechino la stampa della propria moneta sono: Thailanida, Bangladesh, Sri Lanka, Malaysia, India, Brasile e Polonia. Gli esperti: “La valuta è un simbolo della sovranità di un Paese. Questo business aiuta a costruire fiducia e anche alleanze monetari”.
Si è concluso il Sinodo 2018, in programma dal 7 al 13 agosto a Baghdad. Presenti prelati locali e dai Paesi della diaspora. Preoccupano le tensioni fra Washington e Teheran: non sanzioni ma diplomazia. Il ritorno dei cristiani e l’opera di ricostruzione fondamentali per la rinascita dell’Iraq.
Il deciso impegno profetico per la giustizia sociale di Hiroshima. Il profondo desiderio di perdono e riconciliazione per una nuova civiltà dell’amore di Nagasaki. La bomba su Nagasaki esplose sul quartiere Urakami, a maggioranza cattolica: morirono decine di migliaia di fedeli.