教宗指出“世界陷入战争”、“真正的战争”而不是“宗教战争”

飞往克拉科夫的专机上,教宗方济各谈到了昨天在法国鲁昂遇害的阿梅尔神父。移民现象“要求更多的智慧和慈悲”。“敦促国际社会的合作与协调,从而找到解决冲突与战争的办法”


克拉科夫(亚洲新闻)—“世界陷入战争”、“真正的战争”而不是“宗教战争”。“为了争夺利益、金钱、自然资源、统治一个民族的战争”。“宗教,所有宗教,都渴望和平。战争是其他人要的”。这是从罗马飞往克拉科夫的专机上,教宗方济各谈到昨天法国鲁昂总主教区圣艾蒂安-迪鲁夫赖堂区本堂司铎阿梅尔神父被杀害时强调的。当地时间下午十六时,教宗抵达波兰,参加第三十一届世界青年节。

教宗再次强调,“人们反复强调的词是‘安全’,但真正的词汇是‘战争’。世界陷入了战争、四分五裂的战争。一九一四年曾经上演过战争,然后是一九三九到一九四五年的,现在就是这一场”。“这场战争是有组织的。是战争。这位圣司铎,就在他为和平祈祷的时刻死了。他是一位,但还有多少基督徒、多少无辜的人、多少孩子……。让我们想一想尼日利亚,举这个例子。我们说:可那是非洲!是战争。我们,我们不应该害怕说出这个事实。世界陷入了战争,因为它失去了和平”。抵达克拉科夫后,教宗强调“要敦促国际社会的合作与协调,从而找到解决冲突与战争的办法”。

教宗谈到了世青节的青年们,“年轻人总是意味着希望。我们希望年轻人此时此刻给我们说一些更加充满希望的东西”。

抵达克拉科夫若望∙保禄二世国际机场后,教宗得到了波兰共和国总统杜达、克拉科夫总主教,也是跟随圣若望∙保禄二世多年的私人秘书济维茨枢机的热烈欢迎。

欢迎仪式后,教宗立即前往瓦维尔宫同波兰总统和政府官员、民间社会团体以及驻波兰的外交使节见面。最后,在圣斯坦尼斯劳和文切斯劳主教座堂接见了波兰主教们。

今天,教宗在唯一一次的公开讲话中指出需要“接纳逃离战争和饥饿的人”、“向那些丧失了最基本权利的人表示关怀”。被剥夺权利的人中,“包括了那些不能自由和安全地宣信信仰的人”。明天,教宗将主持世青节的盛大活动。向波兰政府官员们发表讲话时,教宗指出了“敢于面对真相、坚持不懈的道义努力”应对挑战的必要性,使人性尊严不断得到尊重是人类各种活动的原则,包括“处理复杂的移民现象”。这就“要求更多的智慧和慈悲,战胜恐惧、实现更大的益处”。

教宗讲话全文如下:

Occorre individuare le cause dell’emigrazione dalla Polonia, facilitando quanti vogliono ritornare. Al tempo stesso, occorre la disponibilità ad accogliere quanti fuggono dalle guerre e dalla fame; la solidarietà verso coloro che sono privati dei loro fondamentali diritti, tra i quali quello di professare in libertà e sicurezza la propria fede. Nello stesso tempo vanno sollecitate collaborazioni e sinergie a livello internazionale al fine di trovare soluzioni ai conflitti e alle guerre, che costringono tante persone a lasciare le loro case e la loro patria. Si tratta così di fare il possibile per alleviare le loro sofferenze, senza stancarsi di operare con intelligenza e continuità per la giustizia e la pace, testimoniando nei fatti i valori umani e cristiani”.

la coscienza dell’identità, libera da complessi di superiorità, è indispensabile per organizzare una comunità nazionale sulla base del suo patrimonio umano, sociale, politico, economico e religioso, per ispirare la società e la cultura, mantenendole fedeli alla tradizione e al tempo stesso aperte al rinnovamento e al futuro. In questa prospettiva avete da poco celebrato il 1050° anniversario del Battesimo della Polonia. E’ stato certamente un forte momento di unità nazionale, che ha confermato come la concordia, pur nella diversità delle opinioni, sia la strada sicura per raggiungere il bene comune dell’intero popolo polacco.

Anche la proficua cooperazione nell’ambito internazionale e la reciproca considerazione maturano mediante la coscienza e il rispetto dell’identità propria e altrui. Non può esistere dialogo se ciascuno non parte dalla propria identità. Nella vita quotidiana di ogni individuo, come di ogni società, vi sono però due tipi di memoria: buona e cattiva, positiva e negativa. La memoria buona è quella che la Bibbia ci mostra nel Magnificat, il cantico di Maria, che loda il Signore e la sua opera di salvezza. La memoria negativa è invece quella che tiene lo sguardo della mente e del cuore ossessivamente fissato sul male, anzitutto su quello commesso dagli altri. Guardando alla vostra storia recente, ringrazio Dio perché avete saputo far prevalere la memoria buona: ad esempio, celebrando i 50 anni del perdono reciprocamente offerto e ricevuto tra gli episcopati polacco e tedesco, dopo la seconda guerra mondiale. L’iniziativa, che ha coinvolto inizialmente le comunità ecclesiali, ha innescato anche un processo sociale, politico, culturale e religioso irreversibile, cambiando la storia dei rapporti tra i due popoli. A questo proposito, ricordiamo anche la Dichiarazione congiunta tra la Chiesa cattolica di Polonia e quella ortodossa di Mosca: un atto che ha avviato un processo di avvicinamento e fraternità non solo tra le due Chiese, ma anche tra i due popoli. Così la nobile nazione polacca mostra come si può far crescere la memoria buona e lasciar cadere quella cattiva. Per questo si richiede una salda speranza e fiducia in Colui che guida i destini dei popoli, apre porte chiuse, trasforma le difficoltà in opportunità e crea nuovi scenari laddove sembrava impossibile.