06/28/2017, 19.30
梵蒂冈
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教宗勉励新枢机们:你们蒙召正视苦难和非正义的现实

教宗方济各擢升五位分别来自老挝、马里、瑞典、萨尔瓦多和西班牙的新枢机。“现实是无辜的人因为战争和恐怖主义饱受磨难和死亡;他们是人性尊严不断遭到践踏的奴隶,尽管在这人权的时代;现实是有时与其说是炼狱倒更像是地狱的难民营;现实是有系统地抛弃一切不再有用的东西,包括人在内”

梵蒂冈城(亚洲新闻)—教宗方济各今天擢升的新枢机们,像耶稣那样,蒙召“服务”、面对现实。而“现实是无辜的人因为战争和恐怖主义饱受磨难和死亡;他们是人性尊严不断遭到践踏的奴隶,尽管在这人权的时代;现实是有时与其说是炼狱倒更像是地狱的难民营;现实是有系统地抛弃一切不再有用的东西,包括人在内”。

            今天下午,教宗方济各在圣伯多禄大殿主持枢密会议擢升五位新枢机,为他们戴上了红方帽;将权戒交给了他们、授予了他们领衔堂,正式属于罗马司铎团,有权参加罗马主教,也就是教宗的选举。

五位新枢机分别来自老挝、马里、瑞典、萨尔瓦多和西班牙。他们宣信了信经、发誓忠实和服从于教宗方济各以及教宗的继承人。最后,教宗方济各带领五位新枢机前往梵蒂冈城内的“教会之母”隐修院拜会退位教宗本笃十六世。这是常规议程之外的内容。

向新枢机们讲话时,教宗谈到了福音中耶稣到耶路撒冷一段。指出,“在耶稣的公开生活中,祂彰显了天父的温柔,同时治愈了所有那些受邪恶权势控制的人(参见宗10,38)。现在,祂知道是到了走到底的时候了,铲除邪恶的根基。为此,坚决地走向了十字架。我们也是,兄弟姐妹们,我们和耶稣一起走在这条道路上。我特别向你们说,亲爱的新枢机们。耶稣‘走在我们前面’,我要求你们义无反顾地追随祂的道路。祂召叫你们正视现实,不要被其它利益、其它目标分心。祂召叫你们不是为了在教会里做‘亲王’的、‘坐在祂的右边或者左边’。祂召教你们是为了像祂一样服务、与祂一起服务。为天父、为兄弟服务。祂召叫你们,使你们用祂的态度去应对世界的罪恶及其在当今人类中造成的后果。追随祂,你们也走在了天主的神圣子民前面、紧紧注释着十字架和上主的复活。

五位新枢机分别来自老挝、马里、瑞典、萨尔瓦多和西班牙。

母亲傅洗、被捕入狱

老挝巴色宗座代牧区宗座代牧路易-玛丽耶∙林∙曼坎昆枢机是第一位老挝枢机。八岁时,母亲为他傅洗;国家饱受游击战鲜血涂炭之际在难民营里晋铎;一九八四年至一九八七年被捕入狱。

一九四四年四月八日,曼坎昆枢机出生在万象宗座代牧区。在加拿大完成了神哲学课程,并在那里加入了宗座主顾会,回到亚洲后,祖国正处于游击战之中。以至于他于一九七二年十一月五日,在难民营里晋铎。一九七五年,被任命为本堂司铎和万象宗座代牧区副宗座代牧。同年十二月二日,共产党领导的老挝人民民主共和国建国正式宣告成立。一九八四年底被捕入狱,直到一九八七年才获释。罪名是“宣传耶稣”、在监狱中遭受了严峻考验,“手铐脚链”齐全。重获自由后,他在家乡巴色恢复了牧灵工作。最初是普通司铎,二OOO年十月三十日被任命为宗座代牧。二OO一年四月二十二日晋牧。那一年的二月二日,他还被任命为宗座代牧空缺的万象宗座代牧区宗座署理。

其他四位新枢机简历如下:

S.E. Mons. Jean Zerbo Arcivescovo di Bamako (Mali) Una porpora per lanciare un messaggio di concordia e di unità al popolo del Mali, che spera in una pace proclamata finora solo con le firme ma mai completamente raggiunta. L’arcivescovo di Bamako, Jean Zerbo, è considerato un protagonista di primo piano nell'opera di riconciliazione del Paese, con il suo stile sempre aperto al dialogo e all’incontro. Già nel 2012 era membro della delegazione della società civile maliana che ha partecipato ai colloqui tenutisi a Ouagadougou, in Burkina Faso, tra la giunta militare e i partiti politici dell’opposizione. Da quel momento in poi, si è sempre distinto nella ricerca della pacificazione nazionale e ha assunto un ruolo attivo nei negoziati, lanciando appelli in difesa dei più deboli, forte anche del suo incarico di presidente della Caritas del Paese. Nato il 27 dicembre 1943 a Ségou – dove è stato ordinato sacerdote il 10 luglio 1971 – ha compiuto gli studi superiori a Lione, in Francia. Si è laureato in Sacra scrittura all’Istituto biblico di Roma ed è poi tornato nel suo Paese, svolgendo il ministero di parroco a Markala e di insegnante del seminario maggiore della capitale. È stato eletto alla Chiesa titolare di Accia il 21 giugno 1988 e nominato vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Bamako. Quindi il 20 novembre successivo ha ricevuto l'ordinazione episcopale dal cardinale Jozef Tomko, prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli. Trasferito come vescovo residenziale a Mopti il 19 dicembre 1994, è poi stato promosso il 27 giugno 1998 arcivescovo di Bamako. Durante il ministero episcopale, non ha esitato a lanciare ripetuti appelli per le popolazioni vittime del conflitto, invitando ad aiutare i numerosi sfollati e rifugiati. Con particolare vigore ha sostenuto i diritti dei cristiani del Mali che, ha sostenuto, “stanno attraversando una prova che può essere paragonabile a quella dei discepoli dei primi secoli”. A questo proposito ha cercato sempre di costruire ponti di dialogo con i musulmani. Nella convinzione, è il suo messaggio, che “la pace si può raggiungere solo con la conversione dei cuori, a prescindere dalla fede, e noi cristiani siamo sempre chiamati a uno sforzo di riconciliazione».

 

S.E. Mons. Juan José Omella Omella arcivescovo di Barcelona (Spagna) È un parroco con esperienza di missionario in Africa nello stile dei padri bianchi, impegnato nelle organizzazioni solidali ma anche con forte esperienza di governo. Il cardinale Juan José Omella Omella. settantuno anni, venti di episcopato in varie diocesi della Spagna, da un anno e mezzo è alla guida della storica sede metropolitana di Barcelona. È nato a Cretas, nell’arcidiocesi di Zaragoza, il 21 aprile 1946. Oltre agli studi nel seminario di Saragozza, ha frequentato i centri di formazione dei padri bianchi a Lovanio e Gerusalemme. Il 20 settembre 1970 ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale, svolgendo poi il ministero come economo parrocchiale a Langa e incaricato delle parrocchie di Villarroya, Mainar, Villadoz e Torralbilla. Dal 1976 al 1978 è stato coadiutore di Alcañiz e dal 1979 al 1983 economo parrocchiale di Castelserás e incaricato della parrocchia di Torrecilla de Alcañiz. Quindi, a partire dal 1990, ha svolto per sette anni l'ufficio di vicario episcopale della zona II nell'arcidiocesi di Saragozza – corrispondente ai quartieri di Torrero, San José, Las Fuentes – essendo anche parroco a Calanda. Missionario in Africa per un anno, ha svolto il suo servizio nello Zaire, oggi Repubblica democratica del Congo. Il 15 luglio 1996 è stato nominato vescovo titolare di Sasabe con l'incarico di ausiliare di Saragozza. Ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 22 settembre dello stesso anno dall'arcivescovo Elías Yanes Álvarez, scegliendo come motto Per misericordiam Dei nostri. Impegnato sul fronte della solidarietà, è stato consigliere nazionale di Manos unidas (1999-2015), l’organizzazione caritativa della Chiesa cattolica in Spagna per la lotta contro la fame. Il 27 ottobre 1999 è stato trasferito come pastore nella sede residenziale di Barbastro-Monzón, della quale ha preso possesso il successivo 12 settembre. Dal 24 agosto 2001 al 19 dicembre 2003 è stato amministratore apostolico di Huesca e dal 19 ottobre 2001 al 19 dicembre 2003 ha amministrato anche la sede episcopale di Jaca. L’8 aprile 2004 è stato nominato vescovo di Calahorra y La Calzada – Logroño, facendo ingresso nella diocesi il 29 maggio dello stesso anno. Fra le iniziative del suo ministero, da ricordare nel 2011 la lettera pastorale “Seminatori della parola, missionari di speranza”, ispirata ai cinquant’anni dell’invio dei primi preti fidei donum diocesani in Burundi e dedicata proprio all’attualità dell'evangelizzazione. Il 31 maggio 2013 è stato eletto, tra l'altro, priore onorario di Nostra Signora di Valvanera per il suo ruolo nel pellegrinaggio della Vergine, organizzato dai diversi municipi di La Rioja in occasione dell’anno della fede. Il 6 novembre 2014 è stato nominato membro della Congregazione per i vescovi. Esattamente un anno dopo, il 6 novembre 2015, è stato promosso alla sede arcivescovile di Barcellona, dove ha iniziato il ministero il 26 dicembre successivo. Nello stesso anno è divenuto gran priore per la Spagna orientale dell'ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. In seno alla Conferenza episcopale spagnola, dal 14 marzo 2017 è membro del comitato esecutivo. Inoltre dal 1996 è membro della commissione di pastorale sociale, della quale è stato anche presidente dal 2002 al 2008 e di nuovo nel triennio 2014-2017. Ha fatto parte, inoltre, delle commissioni di pastorale (1996-1999) e dell'apostolato secolare (1999-2002 e 2008-2011)

 

S.E. Mons. Anders Arborelius., O.C.D., Vescovo di Stoccolma (Svezia) Primo vescovo cattolico di origine svedese dai tempi della riforma luterana e primo cardinale dei Paesi nordici europei, Anders Arborelius è un uomo che sa ascoltare e dialogare, con uno stile fatto di mitezza e spiritualità. Nato il 24 settembre 1949 a Sorengo, un piccolo centro del Canton Ticino in Svizzera, da genitori originari della Svezia, è cresciuto nel Paese scandinavo, precisamente a Lund. E' stato battezzato nella comunità luterana, ma – come lui stesso ha riconosciuto – da bambino non è mai stato molto attivo nell'ambito religioso. Ha però avuto molti contatti con la Chiesa cattolica, verso la quale ha finito per avvertire una vera e propria “attrazione”. Da qui la decisione di aderire al cattolicesimo compiuta nel 1969, all'età di vent'anni. Maturata la sua scelta di fede, nel 1971 è entrato nell'ordine dei carmelitani scalzi: una consacrazione che lo ha segnato così tanto da rimanere profondamente legato all'abito religioso anche da vescovo. All'origine della sua vocazione carmelitana c'è il fascino spirituale di santa Teresa di Lisieux, scoperto attraverso la lettura di Storia di un'anima. Ha studiato teologia a Bruges, in Belgio, dove ha anche preso i voti perpetui. E poi ha perfezionato la preparazione alla Pontificia facoltà teologica Teresianum di Roma. Uomo di grande cultura – ha anche una laurea in lingue moderne (inglese, spagnolo e tedesco) conseguita all'università di Lund – è divenuto sacerdote l'8 settembre 1979 a Malmoe. Quindi ha vissuto a lungo nel convento carmelitano di Norraby, presso il comune di Svalov, nel sud della Svezia. Dopo circa vent'anni di vita monastica, il 17 novembre 1998 Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo di Stoccolma. A conferigli l'ordinazione episcopale il successivo 29 dicembre, nella cattedrale di Sant'Enrico, è stato il suo predecessore, monsignor Hubertus Brandenburg, che già lo aveva ordinato sacerdote. Per motto episcopale ha scelto In laudem gloriae - “A lode della sua gloria”. Perché spiega, “tutto ciò che sono e sarò è espressione della gloria del Dio trino”. E' questo un aspetto a cui tiene particolarmente. Tanto da aver voluto spiegare sul sito internet della diocesi di Stoccolma che “nel nostro tempo spesso ci si dimentica che il 5 nostro primo dovere, e il nostro privilegio, è quello di onorare e glorificare Dio” per diventare “più grandi, più liberi, più felici”. Tra il 2005 e il 2015 è stato presidente della Conferenza episcopale della Scandinavia. Attualmente ne è vice presidente. E' stato inoltre membro della commissione di presidenza del Pontificio consiglio per la famiglia tra il 2002 e il 2009 e consultore del Pontificio consiglio per i laici dal 21 gennaio 2014. La sua azione pastorale abbraccia tutta la Svezia che, fa notare, “è il Paese più secolarizzato in Europa”. Ma è pure “un Paese in cui la Chiesa cresce grazie all'immigrazione e anche alle conversioni”. Sull'accoglienza ai migranti si è sempre schierato in prima linea per garantirne dignità e diritti. Alla questione immigrazione si lega pure la sua attenzione ai Paesi più poveri: per rilanciare progetti caritativi nel 2015, tra l'altro, ha preso parte al film documentario The indian priest, dedicato al missionario carmelitano Raphael Curian. Una priorità di Arborelius è la continua ricerca di nuove strade per “essere Chiesa in una situazione minoritaria, proclamare il Vangelo e aiutare i fedeli a crescere nella santità anche in un ambiente come il nostro, dove però c'è molta apertura e interesse per la vita spirituale”. In questa prospettiva è stata un vero e proprio punto di svolta la visita di Papa Francesco in Svezia, il 31 ottobre e il 1º novembre 2016, per la commemorazione ecumenica del quinto centenario della riforma luterana e per incontrare la comunità cattolica. La particolare situazione religiosa del Paese ha portato Arborelius a lavorare a tempo pieno per creare più armonia tra le diverse denominazioni cristiane. Così ha insistito perché nel Consiglio ecumenico svedese fossero rappresentate tutte le tradizioni, dai pentecostali all'antica Chiesa assira. E una conferma dei frutti di questo impegno comune è venuta di recente dal viaggio che il 14 giugno scorso una delegazione composta da esponenti cattolici – tra i quali lo stesso Arborelius – e luterani ha compiuto insieme in Vaticano per incontrare il Pontefi ce.

 

S.E. Mons. Gregorio Rosa Chávez Vescovo titolare di Mulli Ausiliare di San Salvador (El Savador) Ha confidato espressamente di ricevere la porpora come “immeritato riconoscimento nel nome del beato Oscar Arnulfo Romero”: nelle parole del primo cardinale salvadoregno, Gregorio Rosa Chávez, settantacinquenne vescovo ausiliare di San Salvador, c'è la chiave di lettura del suo ministero pastorale. In gioventù infatti è stato amico e stretto collaboratore dell’arcivescovo ucciso il 24 marzo 1980 mentre celebrava messa. Il suo nome si trova citato ben 17 volte nel diario di Romero. “Ho subito pregato in ginocchio davanti alla sua tomba, perché mi accompagni in questa nuova tappa della mia vita pastorale” ha assicurato appena appresa la notizia della nomina cardinalizia. Di Romero, del quale ha custodito e rilanciato l'eredità spirituale, Gregorio Rosa Chávez condivide in pieno la scelta evangelica per i poveri e l'impegno per la pace e la riconciliazione del suo martoriato Paese. Tanto che tutto il popolo salvadorgeno, a partire dalle massime autorità, ha espresso le felicitazioni per il suo cardinalato, ricordandone anche il decisivo contributo nel dialogo che ha consentito la firma degli accordi di pace del 1992. Il nuovo porporato, che continuerà a risiedere tra i poveri senza modificare il suo stile di vita, non ha mancato di ricordare come punti di riferimento anche altre testimonianze di sacerdoti, a cominciare da quella del gesuita Rutilio Grande García ucciso il 12 marzo 1977. “Camminare ogni giorno in parrocchia con la gente povera – è il suo impegno – e vivere il dramma umano accanto a coloro che hanno problemi di droga o alcol, accanto a quanti fanno parte di bande di assassini, è stata e continua a essere una grazia per me”. Nato il 3 settembre 1942 in una famiglia contadina a Sociedad, nella diocesi di San Miguel – la stessa di monsignor Romero – ha completato la preparazione filosofica e teologica nel seminario di San José della Montaña a San Salvador, tra il 1962 e il 1969. In particolare, nel 1965 ha prestato servizio nel seminario minore della diocesi di origine, ricevendo poi l'ordinazione sacerdotale il 24 gennaio 1970. Nei primi tre anni di ministero è stato segretario vescovile di San Miguel, 9 parroco della chiesa del Rosario, direttore dei media diocesani Radio Paz e “Semanario Chaparrastique”, assistente spirituale di diverse associazioni e movimenti di apostolato dei laici. Quindi, dal 1973 al 1976 ha studiato all'università cattolica di Lovanio in Belgio, dopo aver ottenuto la licenza in comunicazione sociale. Al rientro in patria, proprio sotto la guida dell'arcivescovo Romero, è divenuto rettore del seminario di San José della Montaña e professore di teologia, incarichi mantenuti fino al 1982. Nel frattempo, dal 1979, è stato anche membro del consiglio dell'organizzazione dei seminari dell’America latina. Eletto alla Chiesa titolare di Mulli il 17 febbraio 1982 e nominato vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di San Salvador, ha ricevuto l'ordinazione episcopale il successivo 3 luglio. Attualmente è anche parroco della chiesa di San Francisco a San Salvador e presidente della Caritas per l'America latina e per i Caraibi, oltre che della Caritas nazionale. Incarichi che delineano con precisione i contorni della missione del nuovo cardinale, che punta all'inclusione degli emarginati, al riscatto degli ultimi oltre che alla costruzione di una società più giusta, in cui ferite e divisioni possano essere sanate una volta per tutte. Tutte linee concrete di azione pastorale apprese direttamente da Romero: “Lui – dice – è un'icona, il pastore di cui anche oggi ha bisogno la Chiesa, l'espressione della speranza della Chiesa povera per i poveri, libera davanti a qualunque tipo di potere, cercando solo di servire lo Spirito Santo e di vivere il Vangelo”. 

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“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”