26/09/2018, 11.11
MONGOLIA
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È morto mons. Wenceslao Padilla, primo vescovo della Mongolia

Ordinato sacerdote nel 1976, il presule filippino raggiunse la Mongolia nel 1992 insieme a due confratelli per aprire una missione. Nell'agosto 2003, egli è stato nominato vescovo della Mongolia da papa Giovanni Paolo II. In tutto il Paese ora vi sono sette parrocchie e tre centri missionari, che servono i circa 1.300 cattolici. Nel 2016, mons. Padilla ha celebrato l’ordinazione del primo sacerdote mongolo.

Ulaanbaatar (AsiaNews) – I cattolici mongoli piangono l’improvvisa scomparsa di mons. Wenceslao Selga Padilla (foto), prefetto apostolico di Ulaanbaatar e primo vescovo della giovane comunità cattolica della Mongolia. Il presule filippino, appartenente alla Congregazione del Cuore Immacolato di Maria (Cicm), è morto ieri nella capitale mongola all’età di 68 anni, a causa di un arresto cardiaco.

Ordinato sacerdote nel 1976, mons. Padilla raggiunse la Mongolia nel 1992 insieme a due confratelli, per aprire una missione “là dove la Chiesa non aveva alcuna struttura fisica o membri da considerare propri”. Il Paese aveva appena abolito il sistema politico socialista di stampo sovietico e stabilito relazioni diplomatiche con la Santa Sede. “L'idea di far nascere una Chiesa dal nulla sembrava uno sforzo spaventoso, pieno di sfide, ma anche di eccitazione”, aveva raccontato il vescovo ad AsiaNews nel 2012.

Nell'agosto 2003, egli è stato nominato vescovo della Mongolia da papa Giovanni Paolo II. Con il suo lavoro, mons. Padilla ha contribuito alla crescita della Chiesa locale. In tutto il Paese ora vi sono sette parrocchie e tre centri missionari, che servono i circa 1.300 cattolici. I missionari sono in tutto 77, provenienti da 22 nazioni del mondo e appartenenti a 10 congregazioni. Tra questi, 26 sono i sacerdoti e 45 le suore, cui si aggiunge una laica volontaria. Il 28 agosto 2016, mons. Padilla ha celebrato la storica ordinazione di p. Joseph Enkhee-Baatar, primo sacerdote mongolo, nella cattedrale dei santi Pietro e Paolo a Ulaanbaatar.

Due settimane fa, il prefetto apostolico aveva preso parte ad un pellegrinaggio a Seoul insieme ad altri vescovi asiatici. Il 14 settembre scorso, presso il santuario dei martiri Seosomun, ha avuto luogo la cerimonia con cui il Vaticano ha proclamato la capitale sudcoreana “sito internazionale di pellegrinaggio”.

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