14/10/2019, 08.41
CINA-HONG KONG
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‘Corpi maciullati e ossa rotte’: la minaccia di Xi Jinping contro tibetani e Hong Kong

di Wang Zhicheng

Molti rifugiati tibetani presenti in Nepal hanno manifestato contro la visita del presidente cinese. L’ira di Pechino contro Ted Cruz, che apprezza il movimento anti-estradizione di Hong Kong. Per la Cina Cruz dice “sfacciate bugie” e “sciocchezze”. L'intervento militare ad Hong Kong "è sempre possibile".

Pechino (AsiaNews) – Il presidente cinese Xi Jinping in visita ieri in Nepal ha minacciato di distruggere chiunque osi reclamare indipendenza dalla Cina e qualunque forza esterna aiuti questo progetto.

Secondo i media nepalesi, Xi avrebbe detto: “Chiunque cerca di dividere la Cina in qualunque parte della nazione finirà con i corpi maciullate e le ossa rotte. E ogni forza esterna che sostenga questi tentativi nel dividere la Cina sarà bollata dal popolo cinese come un inutile sogno”.

La frase minacciosa si riferisce anzitutto ai molti rifugiati tibetani presenti in Nepal, che avevano manifestato contro la sua visita, e che il governo nepalese ha bloccato. Ma secondo osservatori essa è anche un avvertimento contro Hong Kong e Taiwan.

Una fonte di AsiaNews qui in Cina ha commentato: “A Hong Kong l’intervento militare è sempre possibile”.

Da quattro mesi a Hong Kong un movimento “senza leader” sfida il governo locale e la Cina domandando piena democrazia e autonomia (anche se non indipendenza). Pechino giudica questo movimento una “rivoluzione colorata” che vuole l’indipendenza ed è manovrata da forze straniere”, in particolare gli Usa. Due giorni fa, l’Ufficio per gli affari esteri di Pechino a Hong Kong ha criticato con forza il senatore Ted Cruz, repubblicano, in visita nel territorio, che ha espresso solidarietà al movimento anti-estradizione, giudicandolo “non violento”. Un portavoce dell’Ufficio ha accusato Cruz di dire “sfacciate bugie” e “sciocchezze”, difendendo “elementi di estrema violenza”.

In effetti il movimento è in generale e per la maggioranza non violento. Ma vi sono frange estreme che rispondono alla durezza del governo e alle violenze della polizia con vandalismi, distruzioni e bottiglie molotov.

Le parole di Xi sembrano essere indirizzate anche a Taiwan. Il 10 ottobre scorso, in occasione dei 100 anni della Repubblica di Cina, la presidente taiwanese Tsai Ing-wen ha difeso l’autonomia di Taiwan contro il tentativo di Pechino di inglobarla. Per Pechino, Taiwan è “un’isola ribelle” che va ricondotta – anche con la forza – alla madrepatria.

Da decenni il Partito comunista cinese si mostra come il garante dell’unità del Paese contro ogni tentativo di autonomia o indipendenza.

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