05/03/2005, 00.00
cina - vaticano
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Petizione al Parlamento cinese: liberate vescovi e sacerdoti

Campagna per chiedere la liberazione di 19 vescovi e 18 sacerdoti arrestati o impediti a svolgere il loro ministero. Inviamo messaggi all'Assemblea nazionale del popolo e al Comitato Olimpico.

Roma (AsiaNews) - AsiaNews, insieme all'Holy Spirit Study Centre di Hong Kong e a diverse comunità e siti cristiani in Europa, ha deciso di pubblicare una lista di vescovi e sacerdoti cinesi impediti a svolgere il loro ministero perché arrestati e scomparsi, o rinchiusi in campi di lavoro e di rieducazione. Essi fanno tutti parte della cosiddetta Chiesa clandestina, formata cioè da cattolici che rifiutano il controllo capillare e asfissiante del governo sulle attività religiose, per praticare la loro fede al di fuori delle strutture ufficiali e registrate. Essi fanno ciò non per sfida contro il governo, ma per esigere la libertà religiosa che, seppure in teoria, è garantita dalla costituzione cinese, oltre che per conservare il legame di fedeltà con il Papa, che Pechino vuole sia spezzato.

Fra di essi vi sono 6 vescovi, di età fra i 50 e gli 83 anni, arrestati e poi scomparsi nelle mani della polizia.  Quelli sequestrati da più tempo sono i due vescovi di Baoding (Hebei): mons. Giacomo Su Zhimin, l'ordinario, e mons. Francesco An Shuxin l'ausiliare, arrestati nel '96 e nel '97. Su di loro, sebbene sollecitato da tante personalità internazionali, il governo ha sempre taciuto, facendoci temere l'irreparabile.

Segue una lista di altri 13 vescovi, non arrestati in modo ufficiale, ma agli arresti domiciliari. Essi sono sempre sotto stretta sorveglianza, non possono esercitare il loro ministero in pubblico, non possono ricevere visite dai fedeli o dai loro sacerdoti. La maggior parte di essi sono intorno agli ottanta anni di età. Eppure il governo li costringe di continuo a controlli, indottrinamenti, lavaggi del cervello, incurante della loro età o delle loro malattie.

Nessuno di loro si è mai macchiato di alcun crimine: non sono terroristi, né guerriglieri, né estremisti. Molti di essi, come il vescovo Jia Zhiguo, sono famosi per la loro carità e generosità, provvedendo a proprie spese a centinaia di bambini abbandonati. L'unico loro "crimine" è non accettare di essere iscritti all'Associazione patriottica, l'organismo, voluto dal governo per il controllo della Chiesa che, fra i suoi scopi, ha ancora di mira la costruzione di una Chiesa separata dal Papa.

Vi è anche una lista di 18 sacerdoti, alcuni arrestati e scomparsi; altri condannati a 3 o più anni di lager. I motivi delle condanne sono: l'evangelizzazione, aver partecipato a una messa di ordinazione; aver dato l'estrema unzione a un moribondo, aver predicato un ritiro spirituale. Di alcuni di loro AsiaNews non è riuscita a sapere notizie recenti: dove si trovano, come è il loro stato di salute. È anche possibile che alcuni di loro abbiano già terminato di scontare la loro condanna. Ma questo non significa che siano liberi: il silenzio e le difficoltà poste dal governo cinese su queste situazioni è tale da farci temere che queste liste siano soprattutto incomplete per difetto.

Abbiamo deciso di pubblicare queste liste perché ci avviciniamo alla Pasqua, che è la celebrazione della vittoria di Gesù Cristo sulla morte. Il solo sguardo a questa lista e la preghiera per questi martiri ci conforta: essi soffrono in luoghi come l'Hebei, il Zhejiang, il Fujian, l'Henan, dove si registra una rinascita religiosa impressionante e una conversione sempre più forte al cristianesimo. Essi sono il segno che "la parola di Dio – come diceva san Paolo – non può essere incatenata".

Nello stesso tempo, come cristiani, non possiamo non condividere – almeno nella preghiera e nella comunicazione – le loro catene.

Abbiamo deciso di pubblicarla oggi, in contemporanea con l'apertura dell'Assemblea nazionale del Popolo perché in questo periodo vi sono molti cinesi che tentano di raggiungere in piazza Tiananmen i delegati di questa Assemblea per consegnare loro una petizione, raccontare un'ingiustizia, domandare aiuto. Questa lista è la nostra petizione ai quasi 3 mila delegati dell'Assemblea, per chiedere loro la liberazione per questi vescovi e sacerdoti e una piena libertà religiosa per il popolo cinese.

Alla Cina dei grandi successi economici e agli investitori internazionali la libertà religiosa sembra essere un'appendice di poco conto. In realtà essa è la base solida su cui la Cina potrà costruire un sviluppo equilibrato, rispettoso della persona e della società. Attualmente in Cina la gente muore nelle fabbriche per sovra-sfruttamento, nelle miniere per mancanza di sicurezza, nelle campagne per fame o disperazione. Mentre governo e imprenditori stranieri celebrano la Cina come "il centro di gravità dell'economia universale", la società continua ad essere scossa da tensioni fra polizia e disoccupati, partito e villaggi. Solo cinesi liberi di esprimere la loro fede potranno trovare la via per affermare la dignità della persona e la solidarietà nella società.

Nel 2008 Pechino ospiterà i Giochi olimpici. Molte persone nel mondo vorrebbero penalizzare la Cina per le violazioni ai diritti umani. Per ora noi preferiamo inviare questa lista di vescovi e preti all'Assemblea nazionale del Popolo e al Comitato olimpico per chiedere di preparare l'evento liberando questi martiri della fede. Che Giochi sarebbero se dietro ai nuovi e fiammanti palazzi dello sport ci fossero carceri e persone ingiustamente imprigionate?

 

Chiediamo a tutti coloro che aderiscono a questa campagna di inviare via e-mail o via fax un messaggio, anche breve, insieme alla lista qui pubblicata a questi indirizzi:

 

Assemblea Nazionale del Popolo

e-mail:             xwzx2005@peopledaily.com.cn

 

Comitato Olimpico Internazionale

Pechino: Presidente Qi Liu  e-mail: 2008@beijing-olympic.org.cn

Losanna: Presidente: Jacques Rogge

International Olympic Committee

Château de Vidy

1007 Lausanne

Switzerland

Tel: +41.21. 621 61 11

Fax: +41.21. 621 62 16

 

Ambasciata Rep. Popolare Cinese in Italia (ma ognuno scrive all'ambasciata cinese nel proprio Paese)

 

Via Bruxelles 56

00198 Roma RM

Tel. +39-06-8413458

Fax +39-06-85352891
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