29/03/2020, 09.06
VATICANO
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Papa: Signore, che io pianga con te, pianga con il tuo popolo che in questo momento soffre

Nella messa in Casa santa Marta, papa Francesco ha pregato per coloro che piangono: “gente isolata, gente in quarantena; gli anziani soli; gente ricoverata e le persone in terapia; i genitori che vedono che, siccome non c’è lo stipendio, non ce la faranno a dare da mangiare ai figli”. Chiedere “la grazia di piangere”, come “Gesù che non si è vergognato di piangere”.

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Signore, che io pianga con te, pianga con il tuo popolo che in questo momento soffre”: è la “grazia” che papa Francesco ha suggerito di chiedere, perché il nostro cuore assomigli “a quello di Gesù”, che ha pianto per l’amico Lazzaro, e sentiva “compassione” per la gente che lo seguiva.

Francesco ha celebrato la messa nella casa santa Marta – anche quest’oggi diffusa in streaming e senza popolo, a causa della pandemia – e ha definito questa la “domenica del pianto”.

Nel vangelo, infatti (5a di Quaresima, A, Giovanni, 11, 1-45), si racconta della resurrezione di Lazzaro e che davanti al sepolcro del suo amico, “Gesù scoppiò in pianto. Gesù, Dio, ma uomo, pianse”.

Nell’introduzione al rito, il papa ha ricordato anche tutti coloro che piangono e sono afflitti per quanto succede a causa del coronavirus: “Penso a tanta gente che piange: gente isolata, gente in quarantena; gli anziani soli; gente ricoverata e le persone in terapia; i genitori che vedono che, siccome non c’è lo stipendio, non ce la faranno a dare da mangiare ai figli. Tanta gente piange. Anche noi, dal nostro cuore, li accompagniamo. E non ci farà male piangere un po’ con il pianto del Signore per tutto il suo popolo”.

“Gesù – ha spiegato nell’omelia - non può vedere la gente e non sentire compassione. I suoi occhi sono con il cuore; Gesù vede con gli occhi, ma vede con il cuore ed è capace di piangere.

“Oggi, davanti a un mondo che soffre tanto, a tanta gente che soffre le conseguenze di questa pandemia, io mi domando: sono capace di piangere, come sicuramente lo avrebbe fatto Gesù e lo fa adesso Gesù? Il mio cuore, assomiglia a quello di Gesù? E se è troppo duro, (anche se) sono capace di parlare, di fare del bene, di aiutare, ma il cuore non entra, non sono capace di piangere, chiedere questa grazia al Signore: Signore, che io pianga con te, pianga con il tuo popolo che in questo momento soffre. Tanti piangono oggi. E noi, da questo altare, da questo sacrificio di Gesù, di Gesù che non si è vergognato di piangere, chiediamo la grazia di piangere. Che oggi sia per tutti noi come la domenica del pianto”.

La celebrazione si è conclusa – come ogni mattina – con l’adorazione e la benedizione eucaristica.

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