18/07/2008, 00.00
VATICANO - GMG
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Sydney e la Gmg avvolte dalla bellezza e dalla preghiera della Via crucis

Le stazioni della Via crucis si sono snodate nella città, davanti ai monumenti più noti. I 100 giovani attori hanno mimato in silenzio il dramma della Passione. Musiche e commenti, simboli e luci hanno garantito la partecipazione di 200 mila giovani in silenzio. Il papa ha seguito la Via crucis davanti a un televisore, nella cripta della cattedrale. Il testo completo delle meditazioni.

Sydney (AsiaNews) – Le tre croci del Calvario si stagliano sulla baia, illuminate dai riflettori; i giovani attori seminudi nella serata fredda dell’inverno australiano, hanno il volto intenso; il mare d’inchiostro avvolge la scena come nelle immagini surreali di Dali o Velasquez; le centinaia di migliaia di giovani che vi partecipano, seguono in silenzio la mimica degli attori e le voci dei commenti; il coro sottolinea i momenti con canti gospel, gregoriani, orientali o musiche di Bach. La Via crucis della Gmg celebrata oggi a Sydney è un’opera artistica e religiosa di altissimo livello, che ha immerso tutta la città in un clima di raccoglimento e partecipazione. Si deve a un sacerdote italo-australiano, don Franco Cavarra - 60 anni, vocazione adulta e passato di impegno nel teatro - la regia di questo dramma così semplice nella struttura e così forte nelle scene, i silenzi, i gesti, la danza, le luci. Il regista ha detto che voleva sottolineare la contemporaneità della passione di Cristo alla vita di Sydney e alla vita di tutti. Per questo, le stazioni della Via crucis si sono snodate in vari punti della città: la facciata della cattedrale ha fatto da fondale all’Ultima cena; la Galleria di arte moderna è divenuto il Sinedrio; l’Opera House il tribunale di Pilato; l’area del Barangaroo, con lo sfondo dell’Harbour Bridge, il calvario.

La potenza dei simboli rende immediata ed eloquente il legame con l’oggi: l’Ultima cena alla presenza del papa, accenna al tesoro dell’eucaristia, che la Chiesa continua a vivere; il Gesù flagellato, coi segni del sangue e appeso a testa in giù, così vicino a tante immagini di torturati contemporanei; il cireneo costretto a portare la croce nelle panni di un giovane aborigeno australiano racconta in silenzio la storia dei soprusi coloniali. Ma soprattutto la croce della Gmg che dal 1982, per volere di Giovanni Paolo II, è portata di città in città ad ogni raduno internazionale dei giovani. Portata da un gruppo di giovani, essa precedeva nel percorso gli attori, suggerendo che i giovani non sono spettatori della passione di Cristo, ma protagonisti partecipi.

La scelta della mimica per gli attori e delle voci fuori campo per i commenti, il lento svolgersi delle scene, quasi come dei quadri, ha permesso l’immedesimazione nel silenzio dei giovani, divenuti ormai 200 mila. Sono bastati 100 giovani attori per mostrare che anche l’arte può essere strappata alla maledizione del vuoto e del consumismo. Proprio ieri il papa ha detto che “il nostro mondo si è stancato dell’avidità, dello sfruttamento e della divisione, del tedio di falsi idoli e di risposte parziali, e della pena di false promesse. Il nostro cuore e la nostra mente anelano ad una visione della vita dove regni l’amore, dove i doni siano condivisi, dove si edifichi l’unità, dove la libertà trovi il proprio significato nella verità, e dove l’identità sia trovata in una comunione rispettosa”. Questa Via crucis sembra un assaggio della nuova visione della vita.

Benedetto XVI ha partecipato in modo diretto alla prima stazione della Via crucis, poi ha seguito il dramma-preghiera da un video posto nella cripta della cattedrale di St. Mary.

 

Per i testi della Via Crucis (in inglese) clicca a questo link della World Youth Day di Sydney (www.wyd2008.org):

Stations of the Cross - Liturgy Guide

Download -
stations.pdf 775.06 kB

 

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