19/01/2006, 00.00
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L'influenza aviaria può arrestare la crescita economica turca

Fondamentali per Ankara il turismo e il commercio internazionale. Si spera di arrestare i contagi e si confida nel sostegno finanziario internazionale. Scoperto il 21° contagio umano.

Ankara (AsiaNews/Agenzie) - L'aumento dei casi di contagio umano in Turchia fa temere gravi conseguenze economiche. Per il Paese sono fondamentali il turismo e il commercio internazionale, settori sensibili alla paura della malattia.

Dopo la grave crisi finanziaria del 2001, la Turchia ha avuto una crescita economica intorno all'8% annuo e l'inflazione più bassa da decenni. "Finora - rassicura Turker Hamzaoglu, esperto economico - le conseguenze sul turismo e sull'economia sono state minime". Lunedì 16, alla riapertura della borsa dopo una settimana di chiusura per la ricorrenza religiosa dell'haji, a metà giornata l'indice dei principali titoli di Istanbul era salito del 2,46%.

Il turismo è stimato valere 20 miliardi di dollari Usa ed è grande risorsa di valuta estera. I contagi sono avvenuti nell'estremo oriente del Paese - notano gli operatori - lontano dalle mete turistiche e dalla rete alberghiera dei mari Mediterraneo ed Egeo. Proprio gennaio - spiegano - è il mese in cui, di solito, iniziano le vendite per la stagione turistica, per cui non è ancora possibile alcuna valutazione. "Rendiamo pubbliche tutte le notizie - ha spiegato ieri il premier Recep Tayyip Erdogan, proprio per rassicurare il settore - e siamo stati trasparenti".

In grave difficoltà il settore avicolo, dove da dicembre "le vendite sono quasi cessate", spiega Omer Gorener, direttore generale della ditta leader Banvit. Anche se - dice Hamzaoglu - appare difficile che la popolazione si orienti verso pesce o carni rosse, molto più costosi.

"Sono stati abbattuti quasi 1 milione di polli in Turchia - spiega Erdogan - e gli allevatori sono stati risarciti". "Molti leader di Paesi dell'Unione europea - ha proseguito - si sono detti pronti a darci aiuto". "Dal 15 dicembre, sono stati accertati casi di influenza aviaria in 13 città. Ci sono casi sospetti in 23 città". Il premier ha rassicurato che i contagi sono avvenuti tra polli "allevati all'aperto" e che "non c'è pericolo nel consumo di polli e uova provenienti da allevamenti industriali".

Il Fondo monetario internazionale ha sottolineato, la settimana scorsa, che i contagi già avvenuti non avranno nessun impatto sull'accordo raggiunto tra il Fmi e la Turchia per concedere a quest'ultima un prestito di 10 miliardi di dollari. Stime più ottimiste parlano di 3 miliardi, pari all'1% del Prodotto interno lordo. Il bilancio statale ha un deficit pari a circa il 6% del Pil e la bilancia dei pagamenti è vulnerabile alle reazioni del mercato per i casi di contagio.

"La Banca mondiale aiuterà la Turchia in ogni modo possibile - ha detto Andrew Vorkink, direttore della Bm per la Turchia - per ridurre le conseguenze sanitarie ed economiche dell'influenza aviaria, sia a favore di allevatori e contadini che della popolazione". La Bm ha messo a disposizione 500 milioni di dollari Usa per aiutare i Paesi in via di sviluppo, soprattutto per migliorare le misure sanitarie e per il controllo e le prevenzione del contagio.

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