29/12/2008, 00.00
THAILANDIA
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A 4 anni dallo tsunami, la difficile ricostruzione

Intere comunità della Thailandia hanno ancora difficoltà a riprendersi dopo la devastazione. Intanto “persone influenti” cercano di cacciarle e rubare la terra. La lotta quotidiana di alcuni pescatori e il loro amore per la vita.

Bangkok (AsiaNews) – Oltre 1.000 persone, parenti delle vittime dello tsunami di 4 anni fa, si sono riunite il 26 dicembre al memorial di Pheket, per una cerimonia di commemorazione organizzata dai rappresentanti delle 3 principali fedi. Cristiani, buddisti e islamici hanno ricordato insieme i loro  cari (5.400 morti, oltre la metà turisti stranieri). Hanno anche fatto levare in aria palloni gonfiati di aria calda, simbolo tradizionale per cacciare la miseria e l’infelicità.

Dopo anni, in province come Ranong, Phangna, Krabi, Phuket, Satul e Trang è ancora difficile riprendere la vita normale e nella zona sono persino insorte dispute sulla proprietà dei terreni. Nella provincia Phangna molte famiglie debbono difendersi dalle pretese di proprietà di “persone influenti”, che cercano di approfittare del caos conseguente al disastro.

Tien Harntalay, abitante del villaggio di Baan Namchen (Phangna), racconta ad AsiaNews che “qui la vita delle gente è cambiata, dopo che l’ex governatore è stato trasferito. C’è stata un’invasione di persone importanti che usano il potere per farsi intestare documenti di proprietà di terreni. Il Dipartimento della terra, responsabile per la materia, ora sta compiendo accertamenti”. Al momento sono sotto esame le proprietà di 2.258 famiglie di 28 comunità.

Si teme anche uno sfruttamento sbagliato dei terreni. La popolazione della provincia di Ranong ha organizzato un gruppo chiamato “Ploenpraisrinaka” per proteggere le foreste di mangrovie. Volontari vigilano sul territorio per segnalare ogni possibile abuso. Chiedono anche una legge che tuteli queste foreste.

Problemi che per queste comunità si aggiungono a quello del mantenimento quotidiano. Un grosso aiuto viene dal turismo. Prasuth Khopetch, presidente dell’Ufficio turismo della zona, osserva che “sono molto importanti i turisti svedesi. Prima dello tsunami c’erano 200mila turisti svedesi l’anno, nel 2008 sono stati 400mila”.

A Ranong un grande sostegno viene dai turisti americani che, come dice il pescatore Yongyuth Buaban, “hanno consentito a diverse famiglie nuovi redditi. Noi pescatori portiamo i turisti a vedere come viviamo”. “A loro offriamo pietanze tipiche, fatte con pasticcio di gamberi, pesce fritto e zuppa di vegetali di sapore aspro”.

Sono risorse importanti per gente che, come dice Longsa, pescatore di Phuket, vuole “fare il pescatore per tutta la vita. Non so fare altro per guadagnarmi da vivere”.

Jareuk Charoensil è un artista di “ombre cinesi”, molto popolari nella zona. Ad AsiaNews spiega che “con lo tsunami è stata distrutta tutta la mia attrezzatura per la pesca. Così ho ripreso il “teatro delle ombre” per insegnarlo alle nuove generazioni. Nella mia comunità dell’isola Nang c’erano 60 famiglie, dopo lo tsunami ne sono rimaste 30”.

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