06/10/2016, 11.56
THAILANDIA
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A 40 anni dal massacro dell’Università Thammasat, “un ferita che la Thailandia non vuole ricordare”

Il 6 ottobre del 1976 un esercito paramilitare represse una manifestazione di migliaia di studenti, uccidendone più di 100. I colpevoli non sono mai stati identificati. Poche le commemorazioni della strage. Fonte di AsiaNews: “Non si vuole ricordare questa triste pagina di storia. La giunta militare fa passare tutto sotto silenzio”.

 

Bangkok (AsiaNews) – Alcuni monaci buddisti, attivisti per i diritti umani e curiosi si sono riuniti oggi a Bangkok per commemorare il massacro dell’Università Thammasat. Il 6 ottobre del 1976, le autorità repressero nel sangue una rivolta studentesca, facendo più di 100 morti. Nonostante il ricordo della tragedia sia ancora vivo nella memoria dei thailandesi, non sono previste commemorazioni ufficiali né di massa: “Questi drammi – afferma una fonte di AsiaNews – sono momenti difficili che i thai, e in generale gli orientali, tendono a non ricordare”.

Il fatto che la Thailandia sia dal 2014 sotto il controllo di un regime militare, prosegue, “rende ancora più difficile commemorare queste giornate, e scivola tutto nel silenzio”. Il 6 ottobre del 1976 migliaia di studenti dell’Università Thammasat (nel centro di Bangkok) scesero in piazza contro il ritorno dall’esilio dell’ex dittatore Thanom Kittikachorn (primo ministro dal 1963 al 1973). Intrappolata dai paramilitari della destra estrema, la folla di giovani fu presa d’assalto a colpi di arma da fuoco e granate.

Dopo aver soffocato la rivolta, i militari iniziarono a rapire alcuni studenti, portandoli in luoghi pubblici per pestarli a morte, abusare di loro e impiccarli. I corpi furono bruciati su una pira. Il bilancio ufficiale parla di 46 morti, ma fonti indipendenti contano più di 100 uccisi. “Quella rivolta – spiega la fonte – fu fatta passare come legata ai comunisti. Negli anni ’70 c’era grande paura dei comunisti, del Vietnam etc. Hanno fatto passare gli studenti come ribelli rossi, che erano da combattere ed eliminare”.

La commemorazione di quest’anno ha ricevuto più attenzione del solito dopo che l’attivista democratico di Honk Kong Joshua Wong è stato arresto e poi espulso dalla Thailandia. Egli avrebbe dovuto tenere un discorso alla Chulalongkorn University, che quest’anno per la prima volta si unisce alla Thammasat nella commemorazione.

Somkit Lertpaithoon, rettore dell’università dove avvenne la strage, afferma: “Anche se gli eventi del 6 ottobre non sono documentati nella storia thai, la nuova generazione desidera ancora apprendere cosa accadde”.

Dopo 40 anni, il massacro è un caso ancora aperto perché i colpevoli non sono mai stati identificati né puniti. Tyrell Haberkorn, professore di politica e cambiamento sociale all’Australian National University, afferma: “L’incidente assume una rilevanza per la situazione corrente della politica thai, perché rende possibile compiere un colpo di Stato dietro l’altro, reprimendo il dissenso. Quelli che lo hanno fatto in passato, infatti, non sono stati puniti”.

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