29/07/2011, 00.00
RUSSIA
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A Rostov in piazza contro i Testimoni di Geova

di Nina Achmatova
Dopo accuse, processi e aggressioni fisiche, ora contro i TdG anche picchetti di protesta. Slogan e striscioni bollano la comunità come setta estremista.
Mosca (AsiaNews) – Dopo le perquisizioni in casa, i processi per estremismo e le aggressioni fisiche ora contro i Testimoni di Geova (TdG) in Russia iniziano anche le proteste di piazza. A Rostov sul Don, nel sud del Paese, lo scorso 23 luglio diverse organizzazioni e istituzioni pubbliche hanno preso parte al picchetto organizzato dal movimento “Rostov senza droghe” e rivolto contro i TdG.

All’azione di protesta nel parco Gorky hanno partecipato in tutto una cinquantina di persone, tra cui membri del Centro della gioventù ortodossa, delle organizzazioni giovanili “Aktiv 61” e “Concetto di sicurezza sociale”.

I dimostranti si sono riuniti inneggiano slogan e issando cartelloni “contro la setta” come vengono considerati in Russia i TdG. Alcuni striscioni ricordavano le varie condanne per estremismo inflitte alla comunità, mentre altri recitavano: “Negazione del patriottismo: stupidità o tradimento?” oppure “Rifiutare le trasfusioni di sangue è un reato”.

Rostov è una delle zone dove più forte è l’avversione di autorità e popolazione verso i Testimoni di Geova. Già nel 2009 la corte provinciale aveva stabilito che i TdG della città di Taganrog erano estremisti religiosi e aveva ordinato lo scioglimento dell’organizzazione, la confisca dei beni e il divieto di ogni attività.

Come riferisce il Centro Sova, stando a un sondaggio improvvisato dai giornalisti che hanno seguito la manifestazione, su 40 intervistati tra gli abitanti locali, 34 si sono detti contrari ai TdG definendoli “inadeguati alle tradizioni del popolo russo”.

Tra le minoranze religiose presenti sul territorio dell’ex Urss, i Testimoni di Geova sono fra quelle più vessate. Presenti con circa 200mila fedeli sparsi in tutta la Federazione, sono accusati di settarismo, “estremismo religioso”, “incitamento all’isolamento sociale” e a comportamenti che minano la vita civile del Paese.

Le autorità russe, inoltre, non gradirebbero alcune pratiche dei fedeli come l’obiezione di coscienza verso il servizio militare, il rifiuto all’uso delle armi, la rinuncia alle trasfusioni di sangue e la richiesta di dedizione totale degli adepti alla vita della comunità.
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