01/06/2011, 00.00
CINA
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Aborti forzati in Cina: li sostieni anche tu (insieme all’Onu)

di Reggie Littlejohn*
Un appello del presidente della Women’s rights without frontiers per bloccare i finanziamenti agli organismi internazionali che sostengono gli aborti e le sterilizzazioni forzate in Cina.
Roma (AsiaNews) -  Aborti e sterilizzazioni forzate, aborti selettivi su feti femminili e infanticidi continuano ad essere praticati in Cina da impiegati responsabili del controllo sulla popolazione. Il fatto è che queste operazioni sono finanziate dall’Onu, e da altri organismi internazionali. In questo modo, tutti i Paesi sono implicati in questa enorme ecatombe, definita “cento volte superiore al massacro di Tiananmen, che accade alla luce del giorno, ripetuto ogni singola giornata” (Chai Ling, ex leader di Tiananmen). AsiaNews propone l’appello di Reggie Littlejohn, presidente del Women’s Rights Without Frontiers, che combatte gli aborti forzati e la schiavitù sessuale in Cina (www.womensrightswithoutfrontiers.org).
 
Tu stai finanziando gli aborti forzati in Cina. E anch’io. Non solo la scelta dell’aborto, ma gli aborti forzati. Non ha importanza che tu sia pro-life o pro-choice. Nessuno può sostenere gli aborti forzati perché questa non è una scelta.
 
Cosa voglio dire con “aborti forzati”? Eco un video riguardo a una giovane donna cinese che è stata trascinata dalla strada, legata a un tavolo e forzata ad abortire al settimo mese: http://www.youtube.com/watch?v=JjtuBcJUsjY. Puoi leggere ancora più resoconti sull’aborto forzato, le sterilizzazioni forzate e l’infanticidio praticate sotto la brutale legge del figlio unico cliccando qui: http://www.womensrightswithoutfrontiers.org/index.php?nav=congressional
 
Secondo il rapporto sulla Cina della Commissione esecutiva del Congresso, pubblicato il 10 ottobre 2010, chi viola la legge del figlio unico continua ad essere vittima di “sterilizzazioni forzate, aborti forzati, detenzione arbitraria e altri abusi”.
 
 La politica del figlio unico ha portato anche a molte altre violazioni di diritti umani. Ne nomino almeno tre:
 
1. Genocidio del genere. A causa della tradizionale preferenza per I figli maschi, le bambine sono soggette in modo sproporzionato all’aborto, l’abbandono, l’infanticidio.  
2. Schiavitù sessuale. A causa dell’eliminazione selettiva delle bambine, al presente in Cina vi sono circa 37 milioni di maschi in più rispetto alle femmine. Questo enorme squilibrio è una forza potente che alimenta il traffico di donne e lo schiavismo sessuale da nazioni vicine alla Cina.
 
3. Suicidio femminile. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, la Cina ha il più alto tasso di suicidi femminili al mondo. Circa 500 donne cinesi si uccidono ogni giorno. Questo tasso straordinario di suicidi non è forse legato al trauma dell’essere stati vittime di aborti forzati o sterilizzazioni forzate?
 
Tutto questo cosa centra con noi?  Noi aiutiamo a finanziare le infrastrutture che si usano per il family planning forzati in Cina. La comunità internazionale finanzia l’Unfpa (United Nations Family Planning Fund, il Programma Onu sulla popolazione), come pure l’Ippf (International Planned Parenthood Federation) e la Marie Stopes International. Queste organizzazioni operano in Cina come “servizi di aborto”. Nel 2001 gli Usa hanno tagliato i fondi all’Unfpa dopo un’inchiesta dell’allora segretario di Stato Colin Powell, che ha scoperto la complicità dell’Unfpa nell’attuazione coercitiva della politica del figlio unico in Cina. Nel 2008, il Dipartimento di Stato Usa ha riaffermato la scoperta, ma nel 2009 ha rimesso in atto i finanziamenti. L’Unfpa è finanziata anche da molte altre nazioni.
 
In più, l’Ippf e la Marie Stopes lavorano mano nella mano con la macchina per il controllo sulla popolazione del governo comunista cinese, tristemente famosa per i suoi eccessi. Il sito internet dell’Ippf dichiara in modo aperto: “L’associazione del Family Planning in Cina (CFPA) gioca un ruolo molto importante nel programma di family planning in Cina…” Il sito internet dela Marie Stopes International elenca come “partner più importanti” la Commissione per il Family planning di diverse provincie della Cina.
 
La scorsa settimana i cittadini Usa hanno votato per tagliare i fondi all’Unfpa, all’interno del nuovo programma YouCut (http://majorityleader.gov/YouCut/P2_W1.htm). A causa di questo voto, il repubblicano Renee Ellmers introdurrà una legge per tagliare [i fondi alla] Unfpa, risparmiando 400 milioni di dollari nei prossimi 10 anni. La legge deve ancora passare attraverso il comitato e poi dal parlamento per essere effettiva. Avete ancora il tempo di contattare il vostro rappresentante per questo.
 
Una volta, un ammiratore della democrazia americana ha notato: “L’America è grande perché è buona; se l’America cessa di essere buona, cesserà anche di essere grande”. Speriamo di non perdere la nostra bontà e perciò la nostra grandezza, sostenendo gli aborti forzati in Cina.
 
Per firmare l’appello internazionale di Women’s Rights Without Frontiers contro gli aborti forzati e la schiavitù sessuale in Cina, clicca qui: http://www.womensrightswithoutfrontiers.org/index.php?nav=sign_our_petition
 
Per guardare il video di 4 minuti  su “Fermate gli aborti forzati in Cina!”, clicca qui:
 
 
* Reggie Littlejohn, presidente della Women’s rights without frontiers. Come esperta sulla politica cinese del figlio unico ha esposto discorsi al parlamento europeo, a quello britannico, informato la Casa Bianca e testimoniato davanti al Congresso. Ha parlato anche alla  Harvard Law School, la Stanford Law School, la George Washington University,  e a The Heritage Foundation.
Laureata in legge alla Yale Law School, la sig.ra Littlejohn ha rappresentato diversi profughi cinesi nella richiesta di asilo per gli Stati Uniti.
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