07/10/2015, 00.00
HONG KONG
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Accademico bocciato perché “amico di Occupy Central”

Johannes Chan Man-mun escluso dalla carica di vice-rettore. L’opinione di p. Gianni Criveller, missionario del Pime a Hong Kong. Ieri, 2mila studenti e professori hanno sfilato in silenzio nel campus per chiedere autonomia dalla Cina. “Non è l’unico episodio di questo tipo: da qui alle elezioni del 2017 la mano di Pechino si farà sentire sempre di più”. Una seconda manifestazione prevista il 9 ottobre.

Hong Kong (AsiaNews) – La situazione a Hong Kong “è grave: ci sono molti episodi in cui politica, economica e finanza vengono controllate da Pechino”. Questo il giudizio di p. Gianni Criveller, missionario del Pime a Hong Kong, sull’esclusione del prof. Johannes Chan Man-mun dalla carica di vice-rettore dell’Università del Territorio. Ieri, almeno 2mila fra studenti, personale e professori hanno organizzato una manifestazione silenziosa nel campus contro l’ingerenza di Pechino nella conduzione dell’ateneo. La “bocciatura” del professore, infatti, “è arrivata perché egli è amico di Benny Tai, uno dei fondatori di Occupy Central – afferma p. Criveller –, è una bocciatura politica”.

Vestiti di nero, i manifestanti hanno marciato attraverso il campus universitario e sono stati raggiunti da alcuni attivisti democratici, incluso Benny Tai. Erano presenti professori di tutte le facoltà. Una seconda manifestazione è prevista per venerdì 9 ottobre. Il prof. Douglas Kerr, ex preside della facoltà di Lettere ha detto: “Non credo che l’Università sia già in un clima di terrore, ma questo inizia quando le persone sono incerte sul livello d’indipendenza accademica e intellettuale che possono esercitare”.

Il prof. Timothy O’Leary, organizzatore della manifestazione, afferma che l’esclusione di Chan Man-mun è arrivata “dopo una lenta e costante campagna [contro di lui] nel consiglio d’amministrazione. L’università è in una crisi di governo. Il presidente deve affrontare il problema subito”.

“Questo è uno dei tanti episodi – afferma p. Criveller – in cui la Cina tenta di prendere sempre più il controllo. Non è certo l’unico. Per esempio, qualche giorno fa l’ex governatore del Territorio Donald Tsang Yam-kuen, cattolico, è stato accusato di un conflitto di interessi avvenuto durante il mandato. Molti vi leggono una punizione da parte di Pechino e un avvertimento ai politici di Hong Kong di essere allineati, sennò si paga un caro prezzo”. “È un intimidazione in vista del voto del 2017 – continua il missionario –. Tsang non era certo un cuor di leone ma era praticante cattolico, legato alle idee democratiche ed ‘amico’ del cardinal Zen”.

“I critici cinesi di Hong Kong vogliono che il Territorio si ‘decolonizzi’ da ogni legame con la Gran Bretagna – spiega p. Criveller –. Hanno una concezione del rule by law (governare con la legge, che può essere cambiata), diverso dal rule of law (governare sotto la legge) britannico, a cui anche Donald Tsang faceva riferimento”.

Secondo il sacerdote, “nei prossimi due anni il trend pro-Pechino non farà che aumentare, e già la situazione economica è favorevole solo ai turisti super-ricchi che vengono dalla Cina. Le politiche del governo proteggono le poche famiglie ricche che controllano la finanza. I prezzi degli affitti vanno alle stelle e i negozi vendono solo beni di extra-lusso. Chi vende cose normali non ha guadagno perché l’affitto costa troppo. Le gente di Hong Kong è in grande disagio”.

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