05/08/2009, 00.00
IRAN
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Ahmadinejad giura davanti a un parlamento diviso

Assenti Rafsanjani, Khatami, e i leader moderati. All’esterno del parlamento centinaia di oppositori hanno scandito slogan contro il rieletto presidente. Qualche frase di sfida all’occidente.

Teheran (AsiaNews/Agenzie) – Mahmoud Ahmadinejad ha giurato oggi come presidente dell’Iran, dopo settimane di rivolte contro la sua ri-elezione, accusata di brogli elettorali. Nella cerimonia solenne nella sala del Majlis (parlamento), egli ha criticato “le potenze straniere” che seminano dubbi sulla validità delle elezioni e ha promesso che il suo Paese “resisterà” alle loro pretese. Alcune figure importanti erano assenti; all’esterno, centinaia di poliziotti hanno bloccato gruppi dell’opposizione che hanno sfidato il veto di Ali Khamenei a non manifestare.

Nel suo discorso dopo il giuramento, il presidente ha detto che questo è “l’inizio di un grande cambiamento in Iran e nel mondo” e che “resisteremo agli oppressori e cercheremo di correggere i meccanismi discriminatori della globalizzazione per portare vantaggi a tutte le nazioni del mondo”.

A pochi passi dal parlamento, centinaia di oppositori hanno scandito slogan contro Ahmadinejad; la polizia e i basij (guardiani della rivoluzione) hanno impedito loro di avvicinarsi all’edificio, ma non vi sono stati scontri. La copertura per i telefonini era assente.

Nelle settimane seguenti alle elezioni del 12 giugno, migliaia di manifestanti si sono scontrati con le forze dell’ordine e con i basij accusando di brogli la tornata elettorale e esprimendo anche critiche alla guida suprema Alì Khamenei, che da subito ha appoggiato al vittoria di Ahmadinejad. Almeno 30 persone sono state uccise e centinaia sono state arrestate.

Il presidente non ha accennato alle manifestazioni degli oppositori, ma ha detto che “non tollereremo offese, interferenze, insulti”.

Molti Paesi della comunità internazionale (fra cui Stati Uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia) hanno deciso di accettare la sua presidenza, ma di non inviare i tradizionali auguri e congratulazioni. Ahmadinejad, facendo ridere tutta l’assemblea, ha commentato: “nessuno in Iran si attende i vostri messaggi”.

Ma proprio l’assemblea davanti a lui aveva diversi posti vuoti. I grandi assenti erano il potente Hashemi Rafsanjani, Mohammed Khatami, Mehdi Kharroubi, Mir Hossein Moussavi. Pure assenti i membri della famiglia del grande ayatollah Ruhollah Khomeini.

Alle spalle di Ahmadinejad vi era il presidente del Majlis, Ali Larijani, conservatore, che nelle scorse settimane ha criticato in modo pesante il rieletto presidente, accusandolo di non essere ubbidiente alla guida suprema. Le divisioni all’interno della stessa compagine conservatrice – emerse pubblicamente in questo mese - renderanno forse difficile la formazione del nuovo governo di Ahmadinejad.

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