19/11/2014, 00.00
INDONESIA
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Ahok, cristiano di etnia cinese, primo non musulmano alla guida di Jakarta. Ira islamista

di Mathias Hariyadi
Oggi al Palazzo presidenziale Basuki Tjahaja Purnama ha giurato nelle mani del presidente - e predecessore - Jokowi. Uno strappo al protocollo, secondo cui la cerimonia si deve tenere al ministero degli Interni. Gruppi estremisti chiedono la cacciata del neo governatore. Migliaia di poliziotti a garantire la sicurezza.

Jakarta (AsiaNews) - Dopo mesi di stallo politico e di aperta ostilità - perché cristiano e di etnia cinese - da parte di movimenti estremisti, guidati dal Fronte di difesa islamico (Fpi), Basuki Tjahaja "Ahok" Purnama è nominato oggi in via ufficiale nuovo governatore di Jakarta. Egli ha partecipato oggi alla cerimonia ufficiale, con la presentazione delle credenziali e il giuramento nelle mani del capo di Stato - e suo predecessore alla guida della capitale indonesiana - Joko "Jokowi" Widodo. Il rito si è svolto all'interno del Palazzo presidenziale, in centro a Jakarta, con uno "strappo" al protocollo il quale prevede che la cerimonia di giuramento avvenga nella sede del ministero degli Interni. Migliaia di poliziotti e di soldati hanno pattugliato strade e punti sensibili, per prevenire attacchi o episodi isolati di violenze. 

Il percorso politico che ha portato Ahok - questo il popolare soprannome con il quale viene chiamato il neogovernatore - alla guida della capitale è caratterizzato da ostacoli e difficoltà. In primis, per la sua appartenenza alla comunità indonesiana di etnia cinese e la fede cristiana; a questo, si aggiunge un carattere forte e una integrità di fondo nell'esercizio della propria funzione, lontana da episodi di corruttela o clientelismo. Una fermezza che ha mostrato anche in queste settimane, quando ha ricoperto la carica di governatore ad interim con le dimissioni di Jokowi. 

In modo simile al presidente Jokowi, del quale è stato numero due nel periodo in cui l'attuale presidente era governatore di Jakarta, Ahok utilizza un linguaggio e un approccio ancora più inflessibile e intransigente rispetto al predecessore. Molte sue prese di posizione pubbliche hanno causato malcontento e ira, in particolare all'interno della frangia estremista islamica e fra i movimenti fondamentalisti. Fra questi vi è proprio il Fronte di difesa islamico, che il neogovernatore di Jakarta vorrebbe mettere al bando per gli episodi di violenza e le posizioni estremiste in tema di diritti delle minoranze e di libertà religiosa. Centinaia di estremisti hanno manifestato nelle ultime ore, chiedendo la cacciata di Ahok. 

L'ascesa alla carica di governatore rappresenta una pietra miliare nella storia della moderna Indonesia, perché per la prima volta sulla poltrona più importante della capitale siede un non musulmano e di etnia cinese. Cittadini e società civile attendono importanti cambiamenti, e in tempi rapidi. Tuttavia, il fronte di opposizione interno non sembra intenzionato a cedere le armi, visto che sino a poche ore dall'inizio del giuramento erano in atto manovre di Palazzo per bloccare l'inaugurazione del mandato. 

Fra le priorità della nuova amministrazione guidata dal presidente Jokowi vi è anche la difesa delle minoranze e della libertà religiosa, una "priorità" da far rispettare con ogni mezzo concesso dalla legge; tuttavia, non si tratta di un obiettivo semplice da centrare nel Paese musulmano più popoloso al mondo, in cui una componente consistente della società - e della classe politica - professa una visione estrema dell'islam e mostra aperta ostilità verso le minoranze etnico-religiose. 

 

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