16/01/2010, 00.00
TURCHIA
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Ali Agca libero: una star televisiva e una vergogna per la Turchia

di Geries Othman
L’attentatore di Giovanni Paolo II sarà in libertà il 18 gennaio. Promette rivelazioni, film, interviste esclusive, memorie. Ha scritto anche a Benedetto XVI e si spaccia come nuovo messia. Ma per il popolo turco egli è una vergogna, simbolo di un periodo oscuro della nazione.
Ankara (AsiaNews) - Il nome di Mehmet Ali Agca rimbalza da giorni su tutti i mass media del mondo: lunedì prossimo 18 gennaio, il 52enne turco, ex Lupo grigio, l’uomo che il 13 maggio 1981 ha sparato a Giovanni Paolo II, sarà di nuovo libero.
 
Per i media e l’opinione pubblica internazionale il nome di Agca è associato all’attentato al Papa; per i turchi Agca rappresenta uno dei simboli del periodo più drammatico della recente storia del paese.
 
In Turchia Mehmet Ali è noto come "la più grande vergogna della nazione", in quanto co-autore nel 1979 di uno dei delitti politici - quello del direttore del quotidiano Milliyet, Abdi Ipekci - che hanno insanguinato la vita politica del paese e creato le premesse per il colpo di Stato del 1980. Nella storia criminale di Agca si incontrano una serie di nomi che hanno rappresentato i punti di contatto tra ambienti dell’estrema destra, gruppi mafiosi, apparati dello Stato, tra i protagonisti delle vicende più oscure dell’epoca. Fra questi, vi è Abdullah Catli, dirigente dei Lupi Grigi ad Ankara, accusato nel 1978 di essere fra i responsabili del delitto del prof. Bedrettin Comert, un eccellente professore di filosofia. Lo stesso anno Catli è stato accusato di essere mandante ed organizzatore anche della morte di sette giovani militanti del TIP (Partito Turco dei Lavoratori), strangolati in una casa ad Ankara.
 
In questi giorni anche Catli è in auge sui quotidiani turchi: suo fratello Zeki rivela che fu Abdullah a procurare a Mehmet Ali il passaporto falso che gli consentì, una volta evaso dal carcere turco di massima sicurezza, il 25 novembre nel 1979, di penetrare in Italia.
 
Enigmatico militante nell’organizzazione terroristica di estrema destra, in realtà Agca non ha ancora spiegato le ragioni dell’attentato al papa limitandosi ancor oggi a stupire con le sue “uscite” di tipo sensazionalistico.
 
Negli anni Ottanta Ali Agca partorì la cosiddetta pista bulgara per spiegare l’attentato al pontefice; mentre durante deliri visionari dichiarava di essere la reincarnazione di Gesù. Ora benché affermi di aver messo la testa a posto e di essere “sano e forte sia dal punto di vista fisico che psicologico”, è di nuovo pronto a proclamare grandi rivelazioni nel “Vero Vangelo” che scriverà e in cui dichiarerà la Perfetta Cristianità, che il Vaticano non ha mai compreso.
 
Nei suoi tanti deliri mistici ha detto di volersi far battezzare, di voler sposare una cristiana italiana, di voler abitare a Roma, di voler andare a baciare la tomba del papa che lo perdonò.
 
In una conferenza stampa, i suoi avvocati hanno mostrato una lettera da lui scritta a papa Ratzinger in cui dichiara di volerlo incontrare e in cui ci sarebbero scottanti rivelazioni anche sulla scomparsa dal Vaticano della quindicenne Emanuela Orlandi avvenuta nel 1983.
 
E promette l’uscita del suo prossimo libro-confessione, “emozionante resoconto della sua vita” uscito dalla penna del giornalista Saygi Ozturk in cui racconta tutti i segreti ancora non svelati del suo passato: come ha fatto ad evadere dal carcere nel lontano 1979; come è giunto in Italia; chi gli ha commissionato l’omicidio del direttore del quotidiano Milliyet e l’attentato al pontefice. Ma già il titolo è emblematico: “Taseron Mesih (Subappaltatore di Cristo)”. 
 
Mentre Agca vuole fare la star incantando con i suoi improbabili segreti, nei canali televisivi turchi si susseguono commenti indignati di giornalisti, politici e giuristi. La popolazione stessa si chiede come può avvenire che l’assassino del giornalista Abdi Ipekci possa uscire tranquillamente come un mistico eroe dopo meno di 30 di carcere.
 
In realtà, nel 1982, il Consiglio nazionale di sicurezza turco ha riconosciuto la sua responsabilità nell'assassinio del giornalista e lo ha condannato alla pena di morte. Ma nel 2002 la pena capitale in Turchia è stata abolita e la sua condanna a morte commutata in reclusione. Una successiva amnistia, frutto dei misteriosi meccanismi giudiziari turchi, gli ha ridotto la pena a soli dieci anni di detenzione.
 
Nel gennaio del 2006 Agca è stato scarcerato per buona condotta. Poco dopo, su appello del ministro della Giustizia e in conseguenza alle reazioni sdegnate della popolazione, la Corte di cassazione, ha deciso per il suo ritorno in carcere.
 
Ancora oggi la reazione stizzita dell’opinione pubblica alla liberazione dell’omicida è un sintomo che il personaggio Agca pur destando curiosità, non provoca simpatia e ha pochi amici in patria. Con ironia, su Star television, il giornalista Nevin Bilgin ha ricordato che Agca pare stia cercando una nazione dove rifugiarsi e di avere fatto richiesta di cittadinanza a ben 20 Stati, ma tutti gliel’hanno negata. “Potrei andare ad abitare anche in estremo oriente, in America e persino in Africa” ha fatto sapere Ali Agca. Sta di fatto che il fratello Adnan, l’unico della famiglia che in tutti questi anni è andato a trovarlo in carcere, preferisce non dire nulla sul futuro di Ali: “Dove andrà e cosa farà lo deciderà lui e noi accetteremo senza discutere”.
 
I suoi due avvocati Ozhan e Abosoglu a precisare che dopo la scarcerazione si fermerà qualche giorno ad Ankara e poi deciderà il da farsi.
 
In realtà Agca dovrebbe ancora svolgere il servizio militare, ma sono in molti a pensare che la Turchia sarà ben lieta di esonerarlo dalla leva, per motivi di sicurezza e per lo scompiglio che creerebbe l'avere uno dei terroristi più pericolosi in una caserma dello Stato. 
 
I suoi avvocati garantiscono che non è più un tipo pericoloso. Ma sono molti a pensare che giustizia non è stata fatta, nè chiarezza su un passato oscuro della nazione turca.
 
Mehmet Ali Agca libero continuerà ad essere una mina vagante, dalle uscite imprevedibili, un omicida, ingombrante fallito attentatore, e personaggio da spettacolo. Questo lo sa bene anche lui e ne approfitta per film ed interviste esclusive con contratti miliardari. Sempre che dica il vero.
 
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