05/10/2009, 00.00
INDIA
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Alluvione in Karnataka: chiese e scuole cattoliche aperte per ospitare gli sfollati

di Nirmala Carvalho
Più di 150 morti, almeno 100mila case distrutte e milioni di sfollati per le violente piogge che si sono abbattute sui distretti settentrionali dello stato Indiano. Il vescovo della diocesi di Bellary, una delle aree più colpite:“Stiamo dando fondo a tutte le nostre energie per aiutare chiunque, senza differenza di religione o di casta”.

Bangalore (AsiaNews) -  Almeno 18 milioni gli abitanti del Karnataka hanno subito danni a case e proprietà per le violente piogge che in questi giorni hanno colpito le regioni settentrionali dello Stato e del vicino Andhra Pradesh.

Uno dei distretti più colpiti è quello di Bellary e il vescovo della città, mons. Henry D’Souza, sta dirigendo in prima persona gli aiuti alla popolazione. “Ho chiesto a tutte le nostre istituzioni nella regione – dice ad AsiaNews - di usare chiese e scuole per ospitare gli sfollati, fornire loro cibo, medicinali e prime cure di emergenza. In alcune zone abbiamo aperto centri di accoglienza e ho chiesto alle nostre opere caritative di compiere ogni sforzo nei soccorsi”.

B.S. Yeddyurappa, Chief minister del Karnataka,  afferma che nei 12 distretti del nord “le coltivazioni sono totalmente distrutte, la rete viaria e quella elettrica fortemente danneggiate”. E aggiunge che “le operazioni di soccorso e di ricostruzione devono svolgersi su larga scala, data la vastità della tragedia”. Secondo le prime stime del governo di Bangalore, i morti sono più di 150 e almeno 100mila le case distrutte.

Per verificare la situazione di persona, mons. D’Souza ha compiuto una visita nella diocesi. “La popolazione è sottoposta a gravi sofferenze” egli dice e “la Chiesa di Bellary sta facendo tutto il possibile”. Le piogge per ora dà tregua alla popolazione e dopo aver invaso villaggi e strade, l'acqua comincia a ritirarsi. “Abbiamo istituito una unità di crisi per coordinare i lavori di soccorso - continua il vescovo -  e stiamo dando fondo a tutte le nostre energie per aiutare chiunque, senza differenza di religioni o di casta”. “I più colpiti – afferma il prelato - sono i poveri, già stremati dalle prove della vita quotidiana. Con questa tragedia hanno perso anche le loro magre proprietà”.

I danni registrati nella diocesi di Bellary sono ingenti. Il vescovo racconta: “Ci sono stati diversi morti e molte case distrutte, solo quelle dei cattolici sono quasi 600. Molti ponti sono stati trascinati via dalle piogge e le strade danneggiate. I feriti si contano a centinaia, la maggior parte per il crollo delle case con tetti fatti di terra che non hanno retto alle piogge. I villaggi sono invasi dal fango e i campi completamente inondati”.

“Sono straziato dalle sofferenze del nostro popolo - conclude il vescovo di Bellary -, ma siamo certi nella fede radicata in Dio. Con l’aiuto e la guida del nostro Padre celeste siamo all’opera per servire tutta la popolazione, soccorrerla a aiutare chi sta soffrendo”.

 

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