13/10/2015, 00.00
MYANMAR
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Alluvioni nello Stato Kayah: 17 morti, decine di famiglie evacuate

Le forti piogge hanno innescato una frana, che ha investito decine di case fra i villaggi di Mawchi Taung Paw e Lokhalo. Le vittime sono 10 uomini e sette donne, ma il bilancio è tuttora provvisorio. Nell’area cominciano a scarseggiare cibo, alloggi, vestiario. Mawchi in passato era un importante centro minerario.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) - È di almeno 17 morti il bilancio, ancora provvisorio, di una frana innescata da piogge torrenziali nello Stato orientale Kayah, in Myanmar, che ha causato anche l’evacuazione di decine di famiglie dalle zone più colpite. Secondo i media ufficiali birmani la slavina ha investito ieri pomeriggio un villaggio della cittadina di Hpa-saung, in un’area remota dove sono difficili contatti e comunicazioni con la popolazione. Per questo il numero delle vittime appare destinato, con tutta probabilità, a salire nelle prossime ore. 

Il giornale di Stato Global New Light of Myanmar riferisce che le vittime sono 10 uomini e sette donne. Oltre 360 persone sono state trasferite in centri di accoglienza temporanei allestiti all’interno di scuole e di un ospedale della zona. 

Fonti locali affermano che sono andate distrutte almeno 60 case, sparse in un’area collinare fra il villaggio di Mawchi Taung Paw e il villaggio di Lokhalo; il terreno ha ceduto, trascinando con sé le abitazioni. Gli esperti prevedono ulteriori piogge, che potrebbero complicare ancor più un quadro già critico nella regione.

Intanto cominciano a scarseggiare cibo, alloggi e vestiario, andati in maggioranza perduti durante lo frana. Mawchi in passato era un importante centro per la raccolta di stagno e tungsteno, tanto da diventarne la fonte primaria al mondo nel 1930 sotto il dominio britannico. In passato attivisti e gruppi pro ambiente hanno lanciato appelli per la fine dei lavori di estrazione, perché sarebbero fonte di “disastri ambientali” anche se, finora, non vi sono collegamenti certi fra le miniere e la frana di ieri. 

Nel luglio scorso il Myanmar era già stato teatro di pesanti alluvioni - le peggiori degli ultimi anni secondo diversi esperti - che hanno causato molti morti e interessato almeno 1,6 milioni di persone in tutto il Paese. Del resto le annuali piogge monsoniche sono essenziali nel settore agricolo, ma si possono anche rivelare (in alcuni casi) mortali a causa di frane, smottamenti, inondazioni. In prima fila nei soccorsi per gli alluvionati è scesa in campo la Chiesa cattolica birmana e la Caritas nazionale (Kmss), distribuendo acqua potabile, cibo, generi di prima necessità, utensili e alloggi temporanei per oltre 120mila persone. 

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