16/11/2011, 00.00
THAILANDIA
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Alluvioni: migliora la situazione a Bangkok. Gli aiuti della Caritas alle vittime

di Weena Kowitwanij
Continua il deflusso delle acque. Entro le “prossime due settimane” le principali vie di comunicazione dovrebbero essere pulite. La Chiesa cattolica condivide gli aiuti con le comunità buddiste martoriate dalle inondazioni. La premier Shinawatra incontra il segretario generale Onu Ban Ki-moon e il segretario di Stato Usa Hillary Clinton.
Bangkok (AsiaNews) – Dopo settimane di emergenza assoluta comincia a migliorare la situazione a Bangkok, capitale della Thailandia, martoriata insieme a molte province del Paese dalla “peggiore alluvione degli ultimi 50 anni”, come è stata ribattezzata dagli esperti. Le acque hanno iniziato a ritirarsi e tutte le principali vie di comunicazione saranno pulite “entro le prossime due settimane”. Intanto continua lo sforzo della Chiesa cattolica thai, attraverso la Caritas e altri enti caritativi, per le vittime delle inondazioni che, secondo il bilancio aggiornato, dall’inizio di luglio hanno causato 564 morti e due dispersi. Al momento permane una situazione di emergenza in 20 province, per un totale di 9.556.462 persone interessate dalle inondazioni. L’ufficio economico ha approvato lo stanziamento di 5,6 miliardi di bath (poco più di 180 milioni di dollari) per il ripristino dei luoghi di culto e degli edifici di carattere storico e artistico. Il governo ha inoltre approvato investimenti miliardari per la sistemazione o il rifacimento di strade, vie di comunicazione e industrie spazzate via dall’acqua.

La situazione nel settore a est della capitale, attorno al polo industriale di Bangchan e Lardkrabang, distante 7 km dall’aeroporto internazionale Suvarnabhume è in lento, ma progressivo miglioramento. Permangono invece punte di criticità a ovest di Bangkok, con problemi nel far defluire la massa nell’oceano attraverso il fiume Chao Phraya. Un esperto governativo conferma che serviranno ancora due settimane per liberare le principali strade, mentre gruppi di cittadini – dietro compenso giornaliero di 300 bath forniti dal comune – rimuovono gli ostacoli fra cui spazzatura ed erbacce che ostruiscono il deflusso delle acque.

Oggi la premier thai Yingluck Shinawatra ha incontrato il segretario generale Onu Ban Ki-moon, al quale ha assicurato la pianificazione di “programmi di breve e lungo periodo per evitare altre crisi in futuro”. Il segretario delle Nazioni Unite ha ringraziato la Thailandia, elemento centrale dell’Onu nella regione Asia-Pacifico e sostegno prezioso nella promozione della stabilità, dello sviluppo e del rispetto dei diritti umani. Egli si è detto sicuro che “la Thailandia supererà la crisi alluvioni”. La premier ha inoltre in programma un incontro, sempre per oggi, con il segretario di Stato Usa Hillary Clinton; insieme visiteranno un centro che ospita le vittime delle alluvioni. Domani Hillary Clinton, Yingluck Shinawatra e Ban Ki-moon voleranno in Indonesia, per partecipare al 19mo summit Asean in svolgimento a Bali.

Intanto la Conferenza episcopale thai, attraverso il responsabile della Commissione per lo sviluppo umano, ha compiuto una visita nella diocesi di Nakhon Sawan, per portare soccorso alle vittime delle alluvioni. Il vescovo locale, mons. Joseph Pibul Wisitnontachai, ha guidato la delegazione della Caritas, che ha incontrato fra gli altri il monaco Phra Kru Nikrote Dhammawudhi, rettore del tempio buddista di Sai Tai. I cattolici hanno condiviso gli aiuti raccolti con la comunità dei fedeli buddisti, tra cui vi sono almeno 1500 famiglie che da oltre due mesi devono combattere ogni giorno con l’acqua e le devastazioni che ha provocato.

P. Rocco Pairat Sriprasert, segretario generale di Caritas Thailandia, ha portato il conforto della Chiesa alle vittime delle inondazioni, che dovranno tornare “il prima possibile alla normalità”. Il sacerdote chiede per questo aiuti affinché la popolazione possa riprendere il lavoro nei campi, attraverso la fornitura di sementi e fertilizzante. Infine, egli auspica programmi di lungo periodo per evitare che possano ripetersi disastri simili in futuro.

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