17/03/2008, 00.00
IRAN
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All’indomani della vittoria dei conservatori, censura per nove riviste iraniane

La chiusura di nove giornali che si occupano di costume e società sconcerta i 70 redattori che ora sono disoccupati. L’ordinanza, rilasciata dal ministro per la cultura, mira a difendere la società iraniana dalla dilagante corruzione morale.

Tehran (AsiaNews/Agenzie) – I conservatori al governo, reduci dalla prevista e pianificata vittoria di venerdì, non si smentiscono. Ieri il ministro della cultura ha ordinato la chiusura di nove riviste di costume e società, e ne ha messe in guardia altre 13.

Le ragioni che hanno portato ad emettere tale ordine non sono del tutto chiare. Le riviste infatti non trattano i rischiosi temi della politica, ma si dedicano a storie su stili di vita, consigli per le famiglie e pettegolezzi sulle celebrità internazionali. Tra le pagine non mancano fotografie di attrici iraniane che indossano abiti alla moda e veli non perfettamente aderenti al viso, immagini per lo più tollerate anche dai media governativi.

Ma secondo il Consiglio per la supervisione della stampa, la censura è proprio dovuta alla pubblicazione delle fotografie e delle storie di corrotte star del cinema che rischiano di diffondere atteggiamenti “superstiziosi”. A detta del ministro “le immagini degli artisti - soprattutto quelli stranieri che sono per definizione corrotti  -  sono strumentalizzate al fine di accrescere il ‘desiderio’, e i dettagli delle loro decadenti vite private portano alla superstizione”. Evitando accuratamente di fornire ulteriori spiegazioni, la decisone del ministro lascia i redattori dei giornali con la bocca asciutta e un po’ amara.

Mohsen Ahmadi, direttore di una delle sfortunate riviste, il Morning of Life, ha aspramente criticato la mossa. In un’intervista all’Associated Press ha detto: “È riprovevole che riviste che si occupano di costume e società siano costrette a chiudere. Significa che 70 persone hanno perso il lavoro”.

L’ordinanza che è stata rilasciata ieri portava la data del 10 marzo. Ahmadi sospetta infatti che le autorità abbiano aspettato di proposito la fine delle elezioni del 14 marzo per evitare reazioni di rabbia e dissenso che avrebbero forse disturbato l’affluenza alle urne.

I media in Iran soggiacciono alle restrizioni degli ultra-conservatori e i soli organi autorizzati sono quelli di Stato. L’ultima ondata di censure che ha causato la chiusura di parecchi quotidiani risale agli anni della presidenza del riformista Mohammad Khatami, il quale era riuscito a dare spazio ad una stampa relativamente libera, che venne poi prontamente soppressa dopo il duro confronto tra riformisti e conservatori.

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