19/07/2016, 15.20
KAZAKHSTAN
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Almaty, “lupo solitario” uccide cinque persone: catturato dalla polizia

Il sospettato è un uomo di 26 anni, ed era riuscito a scappare dopo l’attacco contro la stazione di polizia. Egli avrebbe abbracciato l’islam radicale durante la detenzione in carcere per furto e possesso di armi. Il governo attua un giro di vite contro il terrorismo. Circa 300 giovani fuggiti in Siria e Iraq per unirsi allo Stato islamico.

Astana (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità del Kazakhstan hanno catturato l’uomo che ieri ha aperto il fuoco contro una stazione di polizia ad Almaty, il cuore commerciale del Paese, e ha ucciso tre agenti e due passanti. Il capo della Commissione per la sicurezza nazionale ha detto che il sospettato, un uomo di 26 anni identificato come Ruslan Kulikbayev, si sarebbe radicalizzato in carcere, dove ha scontato una condanna per furto e possesso di armi. Il presidente kazako Nursultan Nazarbaev ha descritto l’episodio come un “atto terroristico”.

Secondo le indagini della polizia, l’uomo avrebbe agito da solo e non avrebbe altri complici. In precedenza le autorità avevano riferito della presenza di un altro attentatore, ma poi è stato accertato che l’uomo in questione era un automobilista preso in ostaggio da Kulikbayev, che lo ha costretto a trasportarlo lontano dalla scena del crimine. Il presunto estremista avrebbe aderito in carcere alle posizioni ultra-conservatrici dell’islam salafita.

Nel frattempo le autorità del più grande Paese dell’Asia centrale hanno diminuito il livello di allerta da rosso a giallo, innalzato ieri dopo la violenza. Da mesi il Kazakhstan affronta la minaccia del terrorismo islamico, che si sta diffondendo tra i giovani.

Dati recenti diffusi dal governo di Astana riportano che circa 300 connazionali si sono uniti al Califfato islamico in Siria e Iraq. La scorsa settimana un tribunale di Aqtobe, nel nord-ovest del Paese, ha condannato 12 uomini a pene tra i sei e gli otto anni di reclusione per aver tentato di unirsi ai militanti dello Stato islamico. Le misure repressive rientrano nel giro di vite annunciato da governo dopo l’attentato di inizio giugno nella stessa cittadina – forse ad opera di militanti islamici – che ha provocato la morte di 18 persone.

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