06/11/2015, 00.00
INDIA
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Alta corte del Gujarat: Bisogna abolire la poligamia in tutta l’India

Secondo il tribunale si deve uniformare il codice civile indiano su tutto il territorio. La legge personale islamica permette fino a quattro matrimoni ma la Costituzione indiana punisce la poligamia. Giudice: “Il Corano concede agli uomini di risposarsi solo in alcune condizioni, per il bene dei bambini per esempio, e non per soddisfare i loro desideri sessuali”. Il divorzio unilaterale discrimina la donna; è compito dei dottori della legge islamica assicurare che gli uomini non abusino della legge coranica.

Ahmedabad (AsiaNews/Agenzie) – L’Alta corte del Gujarat ha emesso ieri un’ordinanza in cui chiede di abolire la poligamia nella comunità islamica dell’India, in quanto essa sarebbe spesso motivata da “ragioni egoistiche” e rappresenta un atto “atrocemente patriarcale”. Il tribunale ha anche dichiarato che “è arrivato il momento di uniformare il codice civile perché queste norme [islamiche] violano la Costituzione dell’India”.

Il giudice J B Pardiwala ha rilasciato l’ordinanza in seguito all’appello di un uomo musulmano, Jafar Abbas Merchant, citato in giudizio dalla prima moglie che denunciava il marito per aver contratto un nuovo matrimonio senza il suo consenso. La norma incriminata è la sezione 464 del codice civile indiano, che punisce i casi di seconde nozze. La legge personale islamica invece prevede che i fedeli musulmani possano contrarre nuovi matrimoni.

Nel suo appello Jafar aveva sostenuto che la legge islamica gli consente fino a quattro matrimoni. Ma il giudice ha così motivato la sua sentenza: “Il Corano viene mal interpretato dai musulmani che vogliono avere un’altra moglie. Quando il Corano concede la poligamia, lo fa per giuste ragioni, per esempio per proteggere i bambini e le madri dallo sfruttamento della società. Mentre oggi gli uomini usano la norma per egoismo. Il testo sacro dell’islam proibisce la poligamia se questa ha come scopo l’interesse personale o il desiderio sessuale”.

Pardiwala ha aggiunto: “Sulla base della mentalità moderna e progressista, l’India deve rigettare questa pratica e uniformare il codice civile, perché non esiste un’unica legge su tutto il territorio”. “Spetta ai dottori della legge islamica e agli uomini musulmani – sostiene – assicurare che essi non abusino del Corano per giustificare l’atto atrocemente patriarcale della poligamia per il loro interesse personale”.

L’ordinanza dell’Alta corte sottolinea infine che “la poligamia e il divorzio (talaq in lingua islamica) unilaterale senza il consenso della moglie sono illegali in India in base agli articoli 14 (uguaglianza di tutti di fronte alla legge) e 15 (non discriminazione in base al sesso, alla razza, alla religione, ecc.) della Costituzione”. “Se lo Stato – conclude – tollera questa legge, diventa complice della discriminazione della donna, che è illegale in base alla legge”.

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