03/08/2013, 00.00
NEPAL – ASIA
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Ambiente e sicurezza, Kathmandu rafforza i controlli sull’Everest

Il governo nepalese vuole monitorare “con maggiore attenzione” la vetta più alta del mondo. Controlli su spedizioni, arrampicate e flusso turistico. Allestito per la prima volta un team di funzionari che stazionerà al campo base. Provvedimento necessario dopo le violenze, gli scontri e i danni ambientali registrati negli ultimi mesi.

Kathmandu (AsiaNews) - Dopo i recenti episodi di violenza e devastazione che hanno caratterizzato l'Everest e gran parte della catena himalayana, dal prossimo anno Kathmandu monitorerà "con maggiore attenzione" spedizioni, arrampicate e flusso turistico. Per la prima volta infatti, le autorità del Nepal dislocheranno un team governativo al campo base con il compito di "rafforzare la sorveglianza", dirigere il "traffico" di climber e semplici appassionati, coordinare le operazioni di soccorso e garantire "più protezione" all'ecosistema ambientale. Una decisione che segue una serie di incidenti - violenze islamiste, inquinamento, dispute fra sherpa e alpinisti - occorsi negli ultimi mesi, che hanno gettato più di un'ombra sulla catena montana più famosa al mondo.

Finora i regolamenti prevedevano che ogni team intenzionato a compiere la scalata sulla vetta più alta del mondo dovesse indicare un impiegato governativo, come elemento di coordinamento con le autorità per la durata della spedizione. Tuttavia, sono emerse numerose critiche sul meccanismo perché spesso il funzionario non lasciava nemmeno la propria scrivania a Kathmandu e non c'era nessuno a regolare la spedizione al campo base o in fase di scalata.

Con la nuova norma, il ministero del Turismo intende "regolare le attività della montagna", facilitando il compito degli scalatori "offrendo loro servizi di sicurezza e migliori mezzi di comunicazione" e collegamento con le autorità. Del resto più volte gli esperti hanno ricordato le difficoltà di coordinare le procedure dalla capitale nepalese, mentre la presenza sul campo assicura "una pronta punizione in caso di violazione della legge".

Funzionari ed esperti di montagna auspicano anche un miglior controllo verso alpinisti e sportivi intendi a stabilire record "bizzarri", come improvvisati "spogliarelli" sulla cima o altri episodi di tenore simile. Oggi si dovrà presentare con largo anticipo - e ottenere l'eventuale permesso - il programma e annunciare il record da battere. Anche questo è un modo, aggiungono i funzionari governativi interpellati dalla Bbc, per restituire "dignità all'Everest".

"L'idea di regolamentare l'accesso alla montagna attraverso un team governativo al campo base" sull'Everest è "grande", sottolineano in coro alpinisti e operatori della montagna, anche se restano ancora punti irrisolti da verificare. Certo è un primo passo per scongiurare aggressione di sherpa a scalatori, come successo nell'aprile scorso all'italiano Simone Moro; e ancora, onorare i 60 anni di conquista della montagna preservandone l'ecosistema, dopo i recenti allarmi in base ai quali essa si è trasformata in una "discarica". E poi i problemi di sicurezza sull''intera catena montuosa, resi evidenti dall'assalto talebano al Nanga Parbat con l'uccisione di 11 scalatori nel primo attacco avvenuto ai danni di alpinisti. 

 

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