27/02/2020, 15.15
GIORDANIA-RUSSIA-TURCHIA
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Amman, l’incontro ‘fraterno’ degli ortodossi contro Costantinopoli

di Vladimir Rozanskij

Il raduno, piuttosto marginale, voleva condannare l’autocefalia concessa alla Chiesa ucraina. Presenti i patriarchi di Mosca, Serbia e Gerusalemme, insieme a metropoliti di Kiev e Slovacchia. Profonde divisioni intestine. Per Bartolomeo: Una farsa.

Mosca (AsiaNews) - Su invito del patriarca di Gerusalemme Teofilo III (Giannopuolos), si è tenuto ieri ad Amman (Giordania), un “incontro fraterno” delle Chiese ortodosse (non una “sinaxis” ufficiale). Lo scopo era discutere e superare la crisi in cui si trova l’Ortodossia dalla fine del 2018, quando il patriarcato di Costantinopoli ha riconosciuto la Chiesa autocefala in Ucraina, suscitando ire e scomuniche da Mosca.

All’incontro hanno partecipato i rappresentanti di 6 delle 15 Chiese ortodosse autocefale: il patriarca russo Kirill, insieme al metropolita filorusso Onufryj (Berezovskyj) di Kiev e al metropolita Ilarion (Alfeev); il patriarca Irinej (Gavrilović) di Serbia, il metropolita Rastislav (Gont) di Cechia e Slovacchia, oltre a Teofilo III e ad alcuni delegati minori da Romania e Polonia, giunti all’ultimo momento.  L’incontro è risultato un vero insuccesso.

L’assemblea si è dimostrata piuttosto marginale, tanto da attirare l’appellativo di riunione dei “menscevichi ortodossi”, i “minoritari” di leniniana memoria. I russi hanno giustificato l’assenza del patriarcato di Antiochia per la “questione del Qatar” che divide i siriani dal patriarcato di Gerusalemme. Il metropolita russo Ilarion (Alfeev) ha dichiarato che “molte delle Chiese che non sono venute condividono le nostre posizioni, e non hanno potuto partecipare per questioni pratiche”.

Il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo (Archontonis) ha espresso il suo disappunto verso l’assemblea, giudicata una farsa organizzata da Mosca contro di lui. “Se vogliamo essere fedeli a noi stessi e vivere secondo Dio, e seguire i principi plurisecolari dell’Ortodossia, allora ogni Chiesa locale doveva rifiutare di andare a un incontro di Chiese favorevoli alla Federazione Russa” – ha dichiarato il patriarca, facendo emergere dai toni l’antica ostilità esistente nei confronti del confratello gerosolimitano, da sempre un fiancheggiatore di Mosca.

I russi hanno fatto notare che anche a Creta nel 2016 quattro Chiese non aderirono, e Bartolomeo decise comunque di celebrare il Concilio. Inoltre, le Chiese rappresentate ad Amman costituiscono l’80% dei fedeli ortodossi al mondo, circa 160 milioni di persone (l’80% per cento dei quali nella sola Russia).

Va detto però che i fedeli russi sono calcolati solo su base etnica, non per esplicita professione di fede: questo rende poco credibili i numeri complessivi. In ogni caso,  Costantinopoli ha risposto dicendo che “la superiorità numerica non è mai stata la quintessenza della morale ortodossa”.

Oltre alla condanna dell’autocefalia ucraina, l’incontro ha affrontato altri temi: la Chiesa serba ha fatto presente la drammatica situazione del Montenegro, dove il governo vuole favorire la Chiesa locale a danno del patriarcato di Belgrado; Teofilo di Gerusalemme ha insistito nel rivendicare la giurisdizione sul Qatar.

Per il patriarca di Mosca Kirill è necessario organizzare regolarmente questi incontri, perché “le Chiese vogliono avere una piattaforma comune per discutere dei vari problemi… quella che esisteva prima ormai ha perso di significato, perché il patriarca di Costantinopoli voleva risolvere tutto da solo”.  Il riferimento è al Concilio Panortodosso di Creta del 2016, fallito proprio per la mancata partecipazione dei russi in polemica con il “papismo ortodosso” di Bartolomeo.

Il comunicato finale dell’assemblea ricorda che “le questioni riguardanti problemi di livello panortodosso, compresa la concessione dell’autocefalia a singole Chiese, dovranno essere definitivamente risolte nello spirito del dialogo panortodosso e dell’unità, e anche del consenso di tutti gli ortodossi”: a parere dei partecipanti è proprio ciò che è mancato nella crisi ucraina di questi anni. Essi auspicano di organizzare un prossimo incontro “entro l’anno”, con la speranza di coinvolgere anche le altre Chiese, a cominciare da Costantinopoli.

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