02/03/2020, 08.56
SIRIA - TURCHIA
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Ankara risponde a Damasco: uccisi 19 soldati siriani. Ancora emergenza profughi

I turchi hanno lanciato l’operazione “Spring Shiel” in risposta all’offensiva dei militari siriani nel nord-est. Colpiti anche una base militare e un convoglio dell’esercito di Damasco. La Siria chiude lo spazio aereo nella regione di Idlib. Al confine fra Grecia e Turchia ammassati in condizioni terribili 13mila persone, fra cui donne e bambini. 

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Ankara ha lanciato una imponente offensiva militare oltreconfine, nel nord-ovest della Siria, contro l’esercito del presidente Bashar al-Assad. L’operazione ha preso il via ieri ed è una risposta agli attacchi dei giorni precedenti dei soldati di Damasco, che hanno inflitto pesanti perdite fra le fila dei turchi alleati dei gruppi ribelli (e jihadisti) che controllano Idlib.  Analisti ed esperti sottolineano che, per la prima volta, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sembra aver dichiarato guerra aperta ad Assad, mentre assicura di non volersi scontrare con le forze russe (alleate di Damasco), presenti sul terreno. 

Il ministro turco della Difesa ha sottolineato che “l’operazione ‘Spring Shield’ va avanti con successo” ed è una risposta “al vile attacco” del 27 febbraio scorso a Idlib, ultima roccaforte siriana ancora in mano all’opposizione e alle milizie fondamentaliste islamiche. L’offensiva “continuerà”, ha aggiunto, “senza arrivare allo scontro con la Russia”. 

Secondo quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, ong con base nel Regno Unito e una rete di informatori sul terreno, un attacco a colpi di droni lanciato ieri dalla Turchia avrebbe portato all’uccisione di almeno 19 soldati siriani. Nel mirino anche un convoglio militare a una base dell’esercito siriano. Sempre ieri Ankara ha abbattuto due caccia dell’aviazione nemica. 

In risposta, l’esercito siriano ha chiuso lo spazio aereo a velivoli drone sulla parte nord-occidentale del Paese, con particolare riferimento all’area di Idlib. “Qualunque velivolo violi il nostro spazio aereo - riferisce in una nota il comando militare di Damasco - verrà trattato come ostile e dovrà essere abbattuto”. Le forze del “regime turco”, conclude il comunicato dei siriani, continuano “a compiere atti ostili contro le nostre forze armate”. 

Mosca avverte di non essere in grado di garantire la sicurezza dei mezzi turchi nello spazio aereo siriano. E in un contesto di crescenti tensioni, Erdogan dovrebbe incontrare la prossima settimana il leader del Cremlino Vladimir Putin, nel tentativo di trovare un accordo per arginare la deriva violenta del conflitto. 

Sullo sfondo si fa sempre più grave la crisi dei profughi, che Ankara minaccia di far entrare in Europa se non vi sarà un intervento congiunto per bloccare l’offensiva di Damasco verso Idlib. La situazione preoccupa le ong internazionali e i gruppi attivisti pro diritti umani, che denunciano fino a un milione di persone in fuga dalle violenze. La condizione della popolazione civile è ancora al centro di un intervento pubblico di papa Francesco, che ieri ha espresso “tristezza” per la situazione dei civili e profughi che vengono respinti. Con ogni probabilità si riferiva a quanto succede in Turchia e in Grecia.

Numeri e notizie che giungono dal confine testimoniano di una situazione allarmante. Secondo l’Organizzazione mondiale per le migrazioni (Oim) sono più di 13mila le persone, fra cui donne e bambini, ammassati sul confine e costretti a vivere in condizioni indicibili. Il governo di Atene riferisce che nelle ultime 24 ore ha respinto circa 10mila migranti, che tentavano di superare il confine in modo illegale.

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