13/01/2018, 11.21
TURCHIA - USA
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Ankara sconsiglia i viaggi negli Stati Uniti: rischio attentati e arresti arbitrari

Il governo ha diramato una allerta e invita i cittadini a prendere ulteriori misure preventive. Una rappresaglia di fronte a un allarme analogo lanciato dagli Usa nei giorni scorsi. Ministero degli Interni: arresti provocati da testimonianze di fonti non affidabili. E pericolo di attacchi terroristi

Ankara (AsiaNews/Agenzie) - Il governo turco ha diramato un’allerta ai propri concittadini, diffidandoli dal compiere viaggi negli Stati Uniti per il rischio di “arresti arbitrari” e “attentati”; per quanti si trovano già nel Paese, viene rinnovato l’invito a prendere ulteriori misure preventive. Una mossa di Ankara che sa di rappresaglia, in risposta a un analogo allarme lanciato nei giorni scorsi da Washington che ha sconsigliato viaggi in Turchia.

Rivolgendosi ai cronisti al termine della preghiera del venerdì il premier turco Binali Yildirim afferma che l’allerta ai viaggi nei rispettivi Paesi non aiuterà a migliorare i rapporti fra Ankara e Washington. “Affermare che la Turchia non è un Paese sicuro - ha aggiunto - non è certo di beneficio”.

Resta dunque alta la tensione fra Stati Uniti e Turchia, un tempo grandi alleati in seno alla Nato, e ora al minimo storico nelle relazioni. Fra i motivi di contrasto la mancata estradizione del predicatore islamico Fethullah Gülen, in esilio in Pennsylvania (Usa), secondo Ankara la mente del fallito golpe del luglio 2016.

A questo si aggiunge la decisione unilaterale del presidente Usa Donald Trump di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele e disporre il trasferimento dell’ambasciata. In risposta, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha lanciato una rivolta dei Paesi musulmani e annunciato l’apertura di un’ambasciata a Gerusalemme est, capitale di un futuro Stato palestinese.

In una nota diffusa ieri il ministero degli Interni ha sottolineato che “i cittadini turchi in viaggio negli Stati Uniti possono essere soggetti a detenzioni arbitrarie, basate su testimonianze di fonti non affidabili”. Al riguardo viene citato il caso del banchiere turco fermato da Washington perché aveva intrecciato affari con personalità iraniane colpite da sanzioni. Per Ankara si tratta di accuse fondate su motivazioni politiche.

A questo si aggiunge “il recente aumento” di episodi violenti e terroristici in territorio americano. La nota ministeriale si conclude ricordando “gli attacchi sferrati a bordo di veicoli lanciati contro la folla”, che si vanno ad aggiungere “agli attentati dinamitardi e ai colpi di arma da fuoco” che colpiscono il centro città, eventi culturali, stazioni della metro, luoghi di culto e campus”. (DS)

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