05/03/2016, 09.16
SIRIA - LIBANO
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Anti-droga in azione fra Siria e Libano: maxi-sequestri di captagon, la droga dei jihadisti

I due Paesi sono il principale centro di produzione e il crocevia del traffico dell’anfetamina. Essa è anche di uso comune fra i miliziani, perché “ti rende impavido”. Le esportazioni viaggiano in direzione degli Stati del Golfo, in particolare l’Arabia Saudita. In Siria nel 2015 sequestrati circa 24 milioni di capsule. 

Beirut (AsiaNews) - I nuovi raid delle ultime settimane delle forze di sicurezza di Siria e Libano contro il narcotraffico riportano di stretta attualità il problema del commercio e del consumo di stupefacenti nei due Paesi, con una particolare attenzione al captagon. Quest’ultima, un’anfetamina di vecchia generazione, si è affermata nei teatri guerra, poiché viene utilizzata dai miliziani jihadisti e dai kamikaze per vincere sonno, fame, paura e superare i freni inibitori.

Una fonte ufficiale a Beirut, dietro anonimato, sottolinea che “con l’inizio della crisi in Siria, il Libano e la Siria stessa si sono trasformati in un crocevia” per il traffico di captagon. E il Libano si è andando affermando come principale Paese esportatore.

A fine dicembre le squadre anti-droga libanesi, in coordinamento con i colleghi sauditi, hanno sequestrato 12 milioni di capsule e arrestato “la mente” di una cella che curava le esportazioni in tutti i Paesi del Golfo. In precedenza, sempre in Libano era stato fermato un dignitario saudita e il suo seguito al Rafik Hariri International Airport, perché in possesso di quasi due tonnellate di captagon.

E anche in Siria la situazione non è diversa. Il generale Maamun Ammuri, capo del Dipartimento antidroga, riferisce che solo nel 2015 le autorità hanno sequestrato circa 24 milioni di capsule. Cinque erano partite alla volta del Kuwait, partendo dal porto di Tartus sul Mediterraneo. Un altro carico è stato sequestrato al confine con Turchia e Libano.

In Siria la produzione avviene soprattutto nei centri che non sono al momento sotto il controllo del governo di Damasco, compresa l’area settentrionale attorno ad Aleppo e la periferia della capitale. Due sono gli obiettivi dei terroristi che, il più delle volte, beneficiano del traffico: diffondere il veleno nelle aree sotto il controllo dello Stato islamico per finanziare l’acquisto di armi e munizioni; e ancora, per “drogare” i kamikaze e i jihadisti per compiere senza esitazioni né ripensamenti le loro azioni suicide, oppure le esecuzioni tramite decapitazione.

Già diversi ex combattenti del gruppo jihadista, oggi pentiti, confermano l’uso sistematico e diffuso del captagon nello Stato islamico. “Ti rende impavido - afferma una fonte - e di dà un’energia straordinaria”. Tuttavia, in seno ai miliziani resta uno scontro sulla liceità - secondo la sharia - dell’uso della droga.

Fra i principali consumatori della droga, vi sono anche i cittadini dei Paesi del Golfo, in special modo l’Arabia Saudita; in questo caso il captagon viene usato come “stimolante sessuale”. A novembre il ministero degli Interni saudita ha rivelato il sequestro di oltre 22,4 milioni di capsule di anfetamina. Nel Paese i trafficanti di stupefacenti vengono condannati a morte.

 

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