24/02/2014, 00.00
UCRAINA-RUSSIA
Invia ad un amico

Appello di Kirill all'unità della Chiesa in Ucraina. No a intromissioni politiche

di Nina Achmatova
Le parole del primate russo-ortodosso - lette in tutte le chiese del Patriarcato di Mosca - arrivano dopo le ore di violenze sul Maidan e il completo cambiamento della situazione politica: liberata la Tymoshenko; nominato un nuovo presidente ad interim; indette elezioni presidenziali per il 25 maggio. Per ora la Russia si limita a congelare gli aiuti economici e rimane a guardare.

Mosca (AsiaNews) - Dopo tre mesi di forti proteste e violenze, negli ultimi due giorni in Ucraina è stato destituito il presidente e indette nuove elezioni.  E proprio ieri, 23 febbraio, il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, al termine della liturgia domenicale, celebrata nella chiesa di San Michele a Troporevo, nella capitale russa, ha lanciato un appello all'unità della Chiesa in Ucraina e alla pace nel Paese.

Il primate - come riporta l'agenzia Interfax - si è inginocchiato all'altare e pregato Dio affinché doni la sua luce alle menti "annebbiate dalla violenza".

"Da 20 anni sul territorio dell'Ucraina si registrano processi politici non facili, e il cui risultato è stata la tragica divisione della nostra Chiesa", ha detto il Patriarca riferendosi alla divisione degli ortodossi ucraini in tre diverse realtà, frutto della tormentata storia politica del Paese nell'ultimo secolo, sempre in bilico tra una fragile autonomia e il legame con l'ingombrante vicino russo. Si tratta della Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Kiev (non riconosciuta dalle altre Chiese e osteggiata da Mosca); quella ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca e quella ortodossa ucraina autocefala (vicina a Costantinopoli).

"Negli ultimi anni ci sono stati tentativi di utilizzare il potere politico per risolvere la questione della Chiesa in Ucraina - ha ricordato Kirill - voglio dire oggi, rivolgendomi a tutto il popolo ucraino: il potere politico non deve interferire nelle questioni ecclesiastiche". "Con la forza non è possibile risolvere i problemi della Chiesa. l'unità non può essere raggiunta con azioni violente - ha aggiunto -E' necessario che la Chiesa da sola, senza fare affidamento su fattori esterni, risolva le questioni che ha di fronte".

"Oggi, come in passato, mi rivolgo ai fratelli e  alle sorelle in Ucraina che si trovano nello scisma, con un appello all'unità - ha concluso - Ma non a quell'unità, risultato del cambiamento della congiuntura politica, non a quella che fa affidamento sulla violenza, ma a quell'unità che sgorgherà da un sincero desiderio di tornare ai principi canonici, senza i quali la Chiesa non può vivere".

L'appello di Kirill è stato poi letto in tutte le chiese del patriarcato di Mosca. Al termine della liturgia si è pregato per i morti (88) delle 48 ore di violenze a Kiev. Ieri per le strade e la piazza del Maidan vi erano molte edicole e mazzi di fiori che ricordavano i caduti, i "martiri" (v. foto). 

La rivolta in Ucraina ha visto un'inedita alleanza tra le Chiese del Paese. Monaci e preti sono scesi in piazza a pregare e hanno tentato la mediazione tra polizia e  manifestanti,  tra opposizione e governo. 

Situazione politica

La Russia per ora rimane a guardare e sono in molti a chiedersi se la vera reazione del presidente Vladimir Putin - che aveva siglato con l'ormai ex presidente ucraino Viktor Yanukovich un accordo per l'ingente sostegno economico, necessario a evitare il collasso del Paese - abbia aspettato la chiusura dei Giochi di Sochi, il 23 febbraio, per agire. Intanto "a causa del peggioramento della situazione", nell'ex repubblica sovietica, Mosca ha richiamato il suo ambasciatore a Kiev per consultazioni. Il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, al telefono con il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha lamentato che l'opposizione non stia rispettando l'accordo di pace firmato con il governo e i mediatori europei, oltre ad aver essenzialmente strappato il potere e a mantenerlo solo con l'uso della violenza. Il neo presidente ad interim, lo speaker della Rada (il Parlamento), Oleksandr Turcinov - fedelissimo della leader dell'opposizione appena tornata libera, Yulia Tymoshenko - ha avvertito che il Cremlino dovrà rispettare la "scelta europea" dell'Ucraina. Kiev - ha detto Turcinov - intende riprendere il percorso di integrazione con Bruxelles dal 24 novembre scorso, quando Yanukovich ha rinunciato al patto di associazione e accettato gli aiuti (15 miliardi di dollari) da Mosca. Turcinov - che ha dato ai deputati tempo fino al 25 febbraio per trovare una maggioranza e formare un governo di unità nazionale - ha spiegato di essere pronto ad un dialogo con i vertici russi, ma sulla base di relazioni paritarie e di buon vicinato. La Tymoshenko ha già escluso di voler ricoprire la carica di primo ministro, puntando probabilmente a candidarsi alle presidenziali anticipate del 25 maggio. Ma molti, anche tra i manifestanti del Maidan, la vedono come una figura troppo legata a vecchi schemi di potere.

Scaricato dal suo Partito delle Regioni e dall'alleato russo - che indirettamente gli contesta una gestione troppo debole della crisi - Yanukovich intanto pare sia bloccato al confine, dopo che i suoi uomini hanno tentato invano di noleggiare un charter per farlo fuggire all'estero.

Oggi, infine, il capo della diplomazia Ue, Catherine Ashton, è attesa a Kiev, dove incontrerà i protagonisti del Maidan e "discuterà con loro del sostegno dell'Ue per una duratura soluzione alla crisi politica e misure per stabilizzare l'economia", come riferito in una nota. Mosca dal canto suo ha annunciato il congelamento di futuri aiuti, intenzionata ad aspettare la formazione del nuovo governo.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Soldati russi contro "le minacce ultranazionaliste". La piccola speranza di un gruppo di dialogo
03/03/2014
Armati filo-russi pattugliano gli aeroporti della Crimea. L'appello dei leader cristiani di 13 Paesi ex sovietici
28/02/2014
Pechino guarda con terrore agli eventi in Ucraina
27/02/2014
Da Kiev scomparsi il presidente Yanukovych e le forze di sicurezza
22/02/2014
Qualche segno di speranza per un piano di pace per l'Ucraina
12/02/2015


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”