02/03/2006, 00.00
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Appello di intellettuali: è l'islamismo il "nuovo totalitarismo"

Tra i firmatari Bernard-Henri Levy e Salman Rushdie. Non è un conflitto di civiltà, ma una lotta che oppone democrazia e teocrazia.

Roma (AsiaNews) - E' l'islamismo il nuovo totalitarismo che minaccia il mondo; per fermarlo vanno promossi diritti come libertà, laicità e uguaglianza. "Non è un conflitto di civiltà", ma "una lotta che oppone democrazia e teocrazia". Si esprime così il manifesto firmato da 12 scrittori, giornalisti e intellettuali lanciato dal settimanale francese Charlie Hebdo, a firma, tra gli altri, di Bernard-Henri Levy, Salman Rushdie ed altri intellettuali, per lo più originari di Paesi islamici e costretti all'esilio, come Taslima Nasreen, scrittrice del Bangladesh, della quale una fatwa ordina l'uccisione.

Prendendo spunto dagli avvenimenti seguiti alla pubblicazione delle vignette su Maometto, il manifesto, che non chiede, per ora, ulteriori sottoscrizioni, ma diffusione sui media,  parla di una "lotta" che "non può essere vinta con le armi, ma nel campo delle idee".

"Dopo aver vinto il fascismo, il nazismo e lo stalinismo – si legge nell'"Appello dei dodici" - il mondo è di fronte ad una nuova minaccia globale: l'islamismo. Noi, scrittori, giornalisti, intellettuali chiamiamo alla resistenza contro il totalitarismo religioso e per la promozione della libertà, dell'uguaglianza di opportunità e della laicità per tutti.

I recenti avvenimenti, seguiti alla pubblicazione delle vignette su Maometto su alcuni giornali europei hanno messo in evidenza la necessità di lottare per questi valori universali. Questa lotta non può essere vinta con le armi, ma nel campo delle idee. Non è un conflitto di civiltà e neppure antagonismo tra Occidente ed Oriente, ma una lotta globale che oppone democrazia e teocrazia.

Come tutti i totalitarismi, l'islamismo si nutre di paura e frustrazione. I predicatori dell'odio giocano su questi sentimenti per raccogliere le forze con le quali imporre un mondo nel quale la libertà è soffocata e regna l'ineguaglianza. Ma noi diciamo forte e chiaro che niente, neppure la disperazione, giustifica la scelta dell'oscurantismo, del totalitarismo e dell'odio. L'islamismo è una ideologia reazionaria che, ovunque sia presente, uccide l'uguaglianza, la libertà e la laicità. La sua vittoria può portare solo ad un mondo di ingiustizia e sopraffazione, quella degli uomini sulle donne e degli integralisti sugli altri.

Al contrario, noi dobbiamo assicurare l'accesso ai diritti universali agli oppressi ed ai discriminati.

Noi respingiamo il 'relativismo culturale' che implica l'accettazione del fatto che uomini e donne della cultura musulmana siano privati del diritto all'eguaglianza, alla libertà e alla laicità, in nome del rispetto di certe culture e tradizioni.

Noi rifiutiamo di rinunciare al nostro spirito critico per la paura di essere accusati di 'islamofobia', infausto concetto che confonde la critica dell'Islam in quanto religione e la stigmatizzazione di coloro che credono in esso.

Noi difendiamo l'universalità della libertà di espressione, perché lo spirito critico possa esistere in tutti i continenti, nei confronti di tutti e contro ogni  maltrattamento e dogma.

Noi lanciamo il nostro appello ai democratici ed agli spiriti liberi di ogni Paese, perché il nostro sia un secolo di luce e non di oscurità"

 

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