24/12/2013, 00.00
COREA DEL SUD
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Arcivescovo di Seoul: Vivere il Natale ogni giorno, per combattere le piaghe della società

di Andrea Yeom Soo-jung*
Mons. Andrea Yeom Soo-jung invita i fedeli a pregare "per gli emarginati, i poveri, i malati e i nostri fratelli nordcoreani". E ricorda l'importanza di combattere con la luce della salvezza di Cristo che nasce "l'oscurità di un mondo colpito da materialismo, ateismo, suicidi e divorzi".

Seoul (AsiaNews) - Il vero significato del Natale "non è quello di essere ricordato, ma di essere vissuto attraverso la nostra vita quotidiana. Perché il Bambino Gesù nasce in ogni luogo in cui le persone amano, condividono, servono e perdonano". Lo scrive l'arcivescovo di Seoul, mons. Andrea Yeom Soo-jung, nel suo messaggio natalizio alla comunità cattolica della capitale coreana. Nel testo il presule sottolinea l'importanza di pregare "per gli emarginati, i poveri, i malati e per i nostri fratelli nordcoreani" e invita a combattere le sfide più urgenti della società: materialismo, ateismo, suicidi e divorzi. Di seguito il testo completo del messaggio.

Carissimi fratelli e sorelle, il bambino Gesù è nato oggi per portare la luce della salvezza in questo mondo scuro. Possano le benedizioni abbondanti di Dio ricoprire voi e i vostri familiari in questo felice giorno di Natale. Preghiamo anche per gli emarginati, i poveri, i malati e per i nostri fratelli nordcoreani: possano le benedizioni del Natale riempire i loro cuori di speranza e gioia.

Il Signore ha mandato il Suo unico Figlio nel mondo, e ci ha rivelato il Suo infinito amore per noi. Gesù è nato 2000 anni fa in un piccolo villaggio della Giudea chiamato Betlemme. Maria e Giuseppe venivano da Nazareth, e avevano cercato in ogni locanda ma senza riuscire a trovare una stanza vuota dove fermarsi. Alla fine trovarono rifugio in una stalla, dove Maria partorì: mise Suo figlio Gesù in una mangiatoia, circondato da un bue e da un asinello. Questo è il modo in cui Gesù venne al mondo: il modo più umile e più povero. Questo ci insegna che Dio abita fra i deboli e i poveri, e che ci ha portati via dall'oscurità per entrare nella sua luce meravigliosa.

Eppure, oggi ateismo e materialismo sono arrivati a essere parte integrante della nostra società. I conflitti e le divisioni sono dappertutto. Le persone hanno dimenticato l'importanza della comunicazione e del compromesso, impegnandosi solo per realizzare i propri desideri. Crescono con rapidità il tasso di suicidi e quello dei divorzi; le famiglie soffrono ogni tipo di dolore e difficoltà. Gli studenti sono sommersi da enormi competizioni e difficili esami. I laureati trovano un lavoro con difficoltà. E poi ci sono coloro che sono dimenticati dalla maggior parte di noi: i senza tetto, i disabili, gli immigrati, i poveri. Vivono nel dolore e nell'ansia, in una vita senza dignità umana.

Gesù è venuto da noi come una luce in questo mondo scuro e soffocante. Non è venuto con una forma divina, ma come il più povero e il più umile degli esseri umani. Ma questa venuta nel mondo che tipo di messaggio porta a noi, figli di questo tempo? Forse che non dovremmo dipendere solo da strumenti umani e secolari, per risolvere i problemi del mondo: la soluzione si trova infatti nel mistero natalizio di Dio, che diventa uomo e si prepara a soffrire per noi. Quando con umiltà ci poniamo in empatia e rispetto nei confronti degli altri, proprio come il Signore in mezzo a noi, allora siamo più vicini alla creazione di una società armoniosa.

Un'altra questione importante viene dalla responsabilità sociale della Chiesa. Se la Chiesa infatti può contare su sviluppo e influenza sociale, ma non ha amore al suo interno, allora non è niente. Nella sua Esortazione apostolica, papa Francesco scrive: "Voglio una Chiesa che sia povera e per i poveri". Il Santo Padre ci spiega che fino a che non si troverà una soluzione radicale al problema della povertà, allora il mondo non sarà guarito. Se voltiamo la schiena ai poveri e ci diciamo che i problemi sono risolti, rischiamo davvero il collasso. E quindi "non si può ritardare una soluzione per le cause strutturali della povertà". Abbiamo davvero bisogno di riflettere su queste parole.

Dobbiamo mostrare l'amore di Dio a coloro che sono nelle necessità: non solo con le parole, ma con azioni reali. Dobbiamo mostrare la luce della salvezza a questo mondo scuro. Il vero significato di Natale non è quello di essere ricordato, ma di essere vissuto attraverso la nostra vita quotidiana. Perché il Bambino Gesù nasce in ogni luogo in cui le persone amano, condividono, servono e perdonano.

Attraverso il Cristo che nasce in questo gioioso Natale, prego affinché tutti noi riceviamo la forza da Dio per divenire tutti bambini della luce, che brilla anche nell'angolo più oscuro di questo mondo. Possa la luce della vita, la benedizione del Signore e la pace essere su tutti voi. Buon Natale! 

*Arcivescovo di Seoul

 

 

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