01/10/2005, 00.00
TURCHIA - UE
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Armeni, ebrei, cristiani all'UE: affrettate il processo d'ingresso della Turchia

di Mavi Zambak
Il patriarca armeno Mesrob II scrive a Shroeder e Merkel e a tutti i parlamentari europei. L'entrata della Turchia è la strada per rafforzare il dialogo Oriente – Occidente e per costruire la pace, contro il terrorismo.

Ankara (AsiaNews) - Il patriarca armeno Mesrob II, leader spirituale della più numerosa comunità non musulmana presente in Turchia, ha scritto un'accorata lettera d'aiuto e di intercessione a Gerhard Schroeder e ad Angela Merkel, per chiedere loro di affrettare il processo per l'entrata della Turchia nell'Unione Europea. La lettera è stata indirizzata per conoscenza anche ai 732 parlamentari europei e ai ministri delle nazioni europee.

La lettera del patriarca è motivata dal fatto che a 2 giorni dall'inizio dei negoziati fra ministri degli esteri dell'Unione Europea e la Turchia, non si è ancora arrivati ad un accordo ragionevole. Di fronte al consenso unanime dei 24 stati membri, infatti, l'Austria si è opposta al via libera alle trattative, ferma da tempo sulla richiesta di non andare al di là dell'offerta di partenariato privilegiato alla Turchia.

Per trovare una soluzione alle reticenze di Vienna, è stato convocato domenica sera un vertice straordinario dei ministri degli Esteri dei Venticinque a Lussemburgo.

Intanto tutti i giornali nazionali turchi parlano di sabotaggio e di alto tradimento.

"Una spada di Damocle" che sembra non finire mai, creando tensioni e avversioni nei confronti dell'Europa. Con titoli a caratteri cubitali, molti giornali affermano che questo dimostra che non ci si può fidare del "club cristiano europeo" che non mantiene le promesse e pugnala alle spalle, timorosi che l'Europa faccia marcia indietro.

I nazionalisti, che fino a qualche giorno fa non esitavano a gridare in faccia al primo ministro Erdogan, troppo amico degli europei, che sta svendendo la Turchia portandola al suicidio, sembrano i soli a gioire di questa situazione.

I cristiani turchi temono che un rifiuto ad iniziare il processo d'adesione della Turchia in Europa possa avere ripercussioni negative su di loro.

Ancor prima di venire a conoscenza del verdetto dei 25 ambasciatori europei, il patriarca armeno Mesrob II, ha scritto la sua lettera resa nota oggi. In essa egli dice di parlare a nome degli armeni, ma anche degli ebrei, dei siriaci, dei greci, dei caldei e dei protestanti, che desiderano fortemente che la Turchia diventi membro europeo, con le seguenti motivazioni.

"In questa importante congiuntura della storia umana - scrive il patriarca - crediamo che questa decisione non sia solo di portata politica europea, ma che abbia anche dei risvolti a livello mondiale.

Quando noi in questi giorni sentiamo parlare di scontri tra le civiltà dell'Est e dell'Ovest, tra cristiani e musulmani, quando vediamo come il terrorismo distrugge la pace tra le civiltà, pensiamo che il più basilare obiettivo dell'Unione Europea sia quello di cercare di coltivare una "riconciliazione tra le civiltà" e una società multi-culturale, così come desiderano appassionatamente soprattutto i cristiani d'Oriente.

Noi cristiani d'Oriente, che viviamo da secoli in un mondo musulmano, possiamo essere testimoni di questo sforzo e, forti di una lunga esperienza, affermiamo che questo evento può essere una significativa ricchezza per i cristiani d'Occidente  che da poco hanno cominciato a vivere con i musulmani e a sperimentare uno stile di vita multietnico.

La nostra esperienza ci dice che l'entrata della Turchia - la cui popolazione è a maggioranza musulmana - nell'Unione Europea è un passo vitale verso un mondo di pace. L'aspirazione della Turchia ad entrare a far parte dell'Europa non è un'opportunità solo per i turchi o per gli europei, ma per la pace nel mondo e che non si deve lasciar certo sfuggire.

Siamo consapevoli che la Turchia deve affrontare ancora difficili prove per il processo di ingresso, ma sappiamo che esse sono indispensabili e necessarie per la pace a livello mondiale.

E lei, come operatore di pace occidentale, deve aiutarci.

Le pressioni esercitate recentemente per post porre il processo dell'ingresso della Turchia ci preoccupano e temiamo che coloro che si oppongono e nutrono atteggiamenti di sospetto possano far retrocedere questo cammino di democratizzazione facendo ripiegare la Turchia su se stessa.

Noi preghiamo per il successo del processo di civilizzazione e di pace dell'Unione Europea e perché la Turchia e i cristiani armeni, che costituiscono la più grossa comunità non musulmana presente in Turchia, possano trovare una loro giusta collocazione dentro di essa".

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