12/04/2019, 09.52
INDIA
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Arunachal Pradesh: il voto dei giovani per ‘buoni leader’

I 18enni che votano per la prima volta in tutta l'India sono 84 milioni. La prossima data elettorale è il 18 aprile (Giovedì Santo). Episodi di violenza ai seggi; maoisti provocano due attentati. La fazione radicale “segreta” del Rashtriya Swayamsevak Sangh va in cerca di voti casa per casa.

New Delhi (AsiaNews) – “Spero che il mio voto serva a eleggere buoni leader, che guidino lo Stato e la nazione verso pace e prosperità”. Lo afferma la 18enne Namwom Wanglee che ieri si è recata alle urne per la prima volta nella sua vita. Si è messa in fila come tanti altri nella circoscrizione di Miao, in Arunachal Pradesh, ha mostrato la tessera elettorale agli scrutatori, poi si è diretta verso la cabina e ha registrato sul meccanismo elettronico la sua preferenza. “Oggi è un giorno speciale per me – dice – non riesco a esprimere a parole l’emozione di poter esercitare ciò che finora ho imparato solo sui libri”.

Come Namwom, altri 84 milioni di giovani esprimeranno il diritto di voto in tutta l’India fino al 19 maggio. In totale, 900 milioni di cittadini sono chiamati alle urne. Di questi, 140 milioni erano attesi ieri, con l’apertura della lunga fase delle elezioni generali che dureranno per 39 giorni. La seconda data è il 18 aprile, che cade nella festività cristiana del Giovedì Santo.

Nella prima data hanno votato le isole Andamane e Nicobar, Andhra Pradesh, Arunachal Pradesh, Assam, Bihar, Chhattisgarh, Jammu e Kashmir, Lakshadweep, Maharashtra, Manipur, Meghalaya, Mizoram, Nagaland, Orissa, Sikkim, Telangana, Tripura, Uttarakhand, Uttar Pradesh, West Bengal. In alcuni di questi – tra cui l’Arunachal Pradesh – il voto si è concluso ieri; in altri, data la maggiore popolazione e l’ampiezza del territorio, gli appuntamenti elettorali si ripeteranno nelle prossime settimane.

Tra quelli che hanno votato ieri, l’affluenza più alta alle urne si è registrata nello Stato del West Bengal, dove si è recato al seggio l’80,9% degli aventi diritto; la più bassa nel Bihar, con il 50,3% dei voti.

Nella prima data in tutto il territorio si sono registrate lunghe code ai seggi e sono state presentate migliaia di denunce per il malfunzionamento del sistema di voto elettronico. Non sono mancati episodi di violenza: un esponente del Telugu Desam Party è stato ucciso e un candidato del partito Jana Sena (nazionalista indù) arrestato per aver distrutto una macchina elettronica dopo una discussione con un funzionario della Commissione elettorale.

Infine nel distretto di Narayanpur, in Chhattisgarh, sono esplose due bombe. Responsabile delle esplosioni è stato il Partito comunista maoista dell’India. Uno degli attentatori è morto nella detonazione e un poliziotto è stato ferito.

Secondo i media, a fomentare questo clima di odio è l’ampia schiera “segreta” dei volontari del Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss), l’ala para-militare e ultranazionalista indù, di cui il Bharatiya Janata Party del premier Narendra Modi è il partito di governo. La fazione, composta esclusivamente da maschi, conta circa quattro milioni di aderenti. In vista delle elezioni, gli attivisti hanno fatto propaganda a tappeto su tutto il territorio, andando casa per casa alla ricerca di voti.

La loro base elettorale è la difesa dell’induismo dalle religioni “straniere”: contro i musulmani, vogliono la costruzione del tempio dedicato al dio Ram ad Ayodhya, là dove sorgeva una moschea fin dal 1528, e la revisione degli accordi speciali con il Kashmir (a maggioranza islamica); contro i cristiani, spingono per la nazionalizzazione delle scuole della minoranza e l’allontanamento dei missionari.

(Photo credit picture 1: Miao Diocese)

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