25/07/2005, 00.00
LAOS - MYANMAR – ASEAN
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Asean: il Myanmar potrebbe rinunciare alla presidenza

Alla vigilia dei lavori dell'Associazione, il ministro degli Esteri di Yangon cerca un compromesso per evitare lo scontro; a Vientiane  si parlerà anche di terrorismo internazionale.

Vientiane (AsiaNews/Agenzie) –  Si aprono oggi a Vientiane, nel Laos, i lavori dell'Asean – aperti ai 10 Stati membri e a una dozzina di altri governi interessati nella regione, tra cui Stati Uniti, Russia, Cina, Unione Europea, Giappone, India, Canada, Pakistan. I lavori culmineranno venerdì con l'annuale Conferenza sui problemi della sicurezza. Tra le questioni principali: la prossima presidenza dell'Asean; il possibile avvicinamento dell'Australia all'organizzazione; lo scenario mondiale dopo le bombe a Londra e in Egitto.

Secondo un meccanismo di turnazione automatica, nel 2006 la presidenza dell'Asean va assunta dal Myanmar. Ma Usa e Ue – critici contro la giunta militare dell'ex Birmania per la violazione dei diritti umani e democratici - hanno minacciato di boicottare gli incontri dell'Asean, se ciò avviene. Gli altri Stati dell'Associazione – nonostante la generale politica di non interferenza negli affari interni dei Paesi membri - hanno chiesto a Yangon di liberare Aung San Suu Kyi, leader dell'opposizione democratica e premio Nobel, da anni agli arresti domiciliari. Molti analisti ritengono probabile una presa di posizione dura contro il Myanmar da parte dei ministri degli Esteri degli Stati membri, anche con la richiesta di riforme sociali e democratiche. Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore e Thailandia premono per richieste formali al Myanmar e per adottare una "Carta" che indichi i requisiti necessari per far parte dell'Asean.

"Noi non vogliamo porre i nostri amici in una posizione davvero difficile", ha dichiarato Thaung Tun, ministro degli Esteri del Myanmar, suggerendo che il Myanmar potrebbe rinunciare alla presidenza, ma senza dirlo chiaramente.

L'Australia appare pronta ad aderire al Patto di non aggressione ("Treaty of Amity and Cooperation") con gli Stati dell'Asean, requisito necessario per partecipare al summit previsto per dicembre in Malaysia dove si discuterà come giungere a costituire un'ampia intesa commerciale tra gli Stati dell'Asia orientale, sul modello economico dell'Ue. In precedenza non lo aveva fatto considerandolo un relitto della guerra fredda in contrasto con il suo accordo di difesa con gli Usa. Alexander Downer, ministro degli Esteri australiano, ha detto ieri che confida di rimuovere i problemi e giungere entro venerdì a una dichiarazione ufficiale in questo senso. Sono attese le adesioni anche di Nuova Zelanda e Mongolia al patto di non aggressione dell'Asean, già sottoscritto, tra gli altri, da Cina, Russia, Giappone, India e Pakistan.

A Vientiane sono adottate misure eccezionali di sicurezza: soldati con auto blindate sono posti a ogni incrocio e lungo le strade principali vicino al fiume Mekong - confine con la Thailandia. Controlli su passeggeri e bagagli alle stazioni di autobus. Fonti ufficiali dicono che  è allo studio una dichiarazione per giungere a una migliore collaborazione contro il terrorismo internazionale.

"I recenti attentati a Londra e in Egitto – ha detto Mary Natalegawa, portavoce del ministro degli Esteri indonesiano – ci hanno rammentato che queste cose possono accadere in ogni momento e ovunque". (PB)

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