21/01/2015, 00.00
AUSTRIA-A. SAUDITA-ISLAM
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Aspre critiche a un Centro saudita di dialogo perché non condanna le frustate al blogger Badawi

Il Centro, intitolato al re saudita Abdullah Bin Abdulaziz, è stato inaugurato nel 2012. Esso continua a tacere sulla sorte del blogger condannato a 1000 frustate e a 10 anni di prigione per aver "offeso l'islam". Lo scorso novembre il patriarca Sako aveva criticato i leader musulmani di essere "troppo silenziosi" sulle violenze contro cristiani yazidi e minoranze in Iraq.

Vienna (AsiaNews/Agenzie) - Il cancelliere austriaco Werner Faymann ha dichiarato che toglierà il sostegno del governo a un Centro di dialogo interreligioso sostenuto da Riyadh se esso non condannerà la fustigazione comminata al blogger saudita Raif Badawi.

Parlando ieri a una stazione radio austriaca, Faymann ha detto: "Un centro di dialogo interreligioso che rimane in silenzio quando è invece il tempo di gridare in favore dei diritti umani, non è degno di essere chiamato 'centro di dialogo'. Esso è un centro del silenzio".

"Non è possibile - ha aggiunto - avere qui in Austria un centro che si fregia del titolo di 'dialogo interreligioso', mentre nello stesso tempo, qualcuno che è impegnato proprio in questo [nel dialogo -ndr]  è in prigione e teme per la sua vita".

Il blogger Badawi  aveva fondato un blog assieme  all'attivista Suad Al-Shammari in cui hanno aperto un dibattito e domandato la fine dell'influenza forzata della religione nella vita dei cittadini del regno saudita, prendendo di mira l'operato della polizia religiosa e alcune sentenze ispirate alla sharia.

Lo scorso maggio il tribunale di Gedda ha condannato Badawi a 10 anni di prigione, 1000 frustate e una multa pari a 193mila euro. Il reato è quello di aver creato un blog "liberale" e di aver "insultato l'Islam".

Questo mese egli ha ricevuto 50 frustate, la prima parte di una serie di 20 settimane di fustigazioni. La scorsa settimana il blogger per "motivi medici" ha potuto evitare la seconda parte di frustate, rimandata a tempo indeterminato.

Dedicato al re saudita Abdullah Bin Abdulaziz, il Centro internazionale di dialogo interreligioso e interculturale  (KAICIID) è stato aperto a Vienna nel 2012, con la partecipazione di molte personalità religiose e politiche. Presente anche il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, il patriarca ecumenico Bartolomeo I e il card. Jean Louisi Tauran, quale presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso.

Il KAICIID non è nuovo a queste critiche che indicano spesso due misure usate da esso, o dai suoi sponsor: dialogo all'esterno e repressione all'interno dell'Arabia saudita. In questo caso specifico, il Centro ha risposto alle sollecitazioni, condannando in generale ogni forma di violenza, ma non ha detto nulla di specifico su Badawi. Non è chiaro se le autorità austriache decideranno di chiudere il Centro o se ritireranno solo il loro sostegno economico.

Lo scorso novembre, il patriarca caldeo di Baghdad, Louis Sako, aveva svolto una conferenza al Centro, chiedendo alle autorità musulmane di condannare la violenza contro i cristiani, gli yazidi e le altre minoranze in Iraq. Anche il patriarca aveva criticato i leader musulmani per il "troppo silenzio".

 

 

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