14/05/2013, 00.00
NEPAL
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Associazione medici nepalesi: No all'aborto e alla cultura della morte

di Kalpit Parajuli
Oltre 95mila aborti solo nel 2011. Ogni giorno circa 65 donne ricorrono all'interruzione volontaria della gravidanza. Cresce il dato fra le giovani di età inferiore ai 18 anni. I medici più giovani vedono nell'aborto una buona fonte di guadagno. Associazione nazionale dei medici chiede al governo una riforma per regolamentare il ricorso a tale pratica. Il rischio è una catastrofe sanitaria.

Kathmandu (AsiaNews) - I medici nepalesi si scagliano contro la crescita esponenziale degli aborti e minacciano di scioperare se il governo non prenderà provvedimenti. Secondo dati del ministero del Salute, sono oltre 95mila i casi di interruzione di gravidanza registrati dall'aprile 2010 all'aprile 2011. Il 25% delle pazienti è di età inferiore ai 18 anni. La media è di circa 65 aborti al giorno. Il dato è in continuo aumento. Fra il 2007 e il 2008 circa 51mila donne hanno fatto ricorso a tale pratica; quasi 89mila fra il 2009 e il 2010.  

Intervistato da AsiaNews Bhola Rijal, ginecologo ed ex responsabile dell'Associazione nazionale dei medici nepalesi, afferma che "la crescita degli aborti sta causando un disastro sanitario nel Paese. Per questa ragione, abbiamo deciso di opporci a qualsiasi forma di interruzione volontaria della gravidanza". Per il medico, molti colleghi da poco usciti dalle università considerano tale pratica come una fonte di guadagno, senza alcuna implicazione morale o etica. "Stiamo cercando - aggiunge - di istruire più dottori possibili a fermare questa drammatica tendenza e vogliamo chiedere al governo di varare leggi più severe e consentire l'aborto solo in casi di grave pericolo per la vita della madre".

I casi più frequenti di interruzione volontaria della gravidanza riguardano la comunità indù e le aree rurali del Paese, dove spesso le donne subiscono violenze o vengono abbandonate dai loro compagni o mariti una volta rimaste incinta. Chanda Karki, ginecologa in un importante ospedale di Kathmandu, sottolinea che "sempre più adolescenti ricorrono all'aborto. Nei nostri ambulatori ospitiamo giovani di età inferiore ai 13 anni. Pur così piccole, alcune ragazze sono già al loro secondo aborto. Così abbiamo deciso di non concedere più questa pratica se non per i casi veramente a rischio".

Praveen Mishara, segretario del ministero della Salute, confessa che "vi è un abuso dell'aborto in Nepal. I nostri responsabili stanno facendo di tutto per arginare questo fenomeno che sta raggiungendo numeri preoccupanti".

In Nepal l'interruzione della gravidanza è legale dal 2002 per i casi in cui vi è un rischio per la salute della donna o del bambino, in caso di stupro, o se la donna non è capace di intendere e volere. L'aborto selettivo o forzato è illegale. Nelle aree rurali molte organizzazioni non governative straniere hanno diffuso la cultura della contraccezione e della sterilizzazione volontaria per combattere la povertà. Dal 2006 a oggi almeno una donna su 10 fa ricorso a interruzioni di gravidanza o utilizzo di pillole abortive e contraccettive. Dal 2001 al 2006 il tasso di fertilità è passato dal 4,1 al 3,3.

 

 

 

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