03/10/2005, 00.00
INDONESIA
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Attentati a Bali: la polizia cerca i complici dei 3 kamikaze

Ipotesi sulla responsabilità: militanti islamici della Jemaah Islamiyah o gruppi di estrema destra. Ancora incerto il bilancio delle vittime, tra 22 e 27 morti. Allarme rosso a Jakarta. Il presidente Susilo: i terroristi mirano a colpire altri obiettivi sensibili nel Paese.

Jakarta (AsiaNews) – La polizia di Bali è alla ricerca dei complici dei 3 kamikaze che sabato scorso, 1 ottobre, hanno compiuto la strage sull'isola. Fino ad ora nessun gruppo ha rivendicato gli attacchi. Analisti e alcuni funzionari della polizia hanno già puntato il dito contro la Jemaah Islamiyah (JI); il gruppo indonesiano di matrice islamica è accusato di aver organizzato l'attentato all'hotel Marriott di Jakarta (14 morti il 5 agosto 2003) e quello di Bali del 12 ottobre 2002 (202 morti e 300 feriti) e per i quali due persone sono state condannate a morte.

Diversa l'ipotesi del generale Endriartono Sutarto, capo dell'esercito indonesiano. Egli ha dichiarato ieri che questo secondo attentato a Bali potrebbe essere opera di gruppi di estrema destra intenzionati a esprime, nel nome della religione, il loro dissenso verso "la politica estera di un Paese (gli Stati Uniti)". "Non sono ancora sicuro delle cause – ha argomentato il generale – ad ogni modo tali azioni sanguinarie e senza pietà non sono moralmente accettabili: le vittime sono persone innocenti".

Non è ancora certo, peraltro, il numero dele vittime delle 3 esplosioni avvenute nelle cittadine turistiche di Jimbaran e Kuta - a pochi minuti di distanza l'una dall'altra. Fonti ospedaliere stamattina parlano di 27 morti, compresi i 3 attentatori; ieri sera il capo della polizia di Bali, generale Made Mangku Pastika, ha parlato di 22 vittime, senza specificare se la cifra comprende i kamikaze e spiegare perché differisce da quella fornita dall'ospedale di Sanglah, dove vengono portati i corpi. Sempre secondo fonti ospedaliere tra i feriti identificati vi sono: 64 indonesiani, 20 australiani, 7 sudcoreani, 4 americani, 3 giapponesi, 1 francese e 1 tedesco.

Il generale Pastika ha confermato che i kamikaze erano 3: "I terroristi si sono fatti esplodere morendo sul colpo, ma abbiamo trovato le loro teste intatte e procederemo con l'identificazione". Secondo il generale - che ha partecipato anche alle indagini per il precedente attentato a Bali nel 2002 - i kamikaze portavano l'esplosivo in uno zaino: "Vi sono resti di una giacca o una borsa attaccati ai corpi". "Quello che è chiaro - ha aggiunto in conferenza stampa - è che il numero degli attentatori è superiore, ve ne sono almeno altri 3 coinvolti nell'esecuzione: la polizia ora cerca chi ha pianificato l'attacco, chi ha preparato le bombe e chi ha studiato la strategia di azione".

Il presidente indonesiano, Susilo Bambang Yudhoyono, ha avvertito che il terrorismo potrebbe colpire di nuovo l'Indonesia. Secondo Susilo, che ieri ha visitato Bali, "i terroristi sono alla ricerca di nuovi obiettivi sensibili".

Subito dopo le bombe a Bali è scattato l'allarme rosso nella capitale. Il capo della polizia di Jakarta, Firman Gani, ha convocato per oggi un incontro straordinario tra i vertici della polizia di tutta la regione. Una speciale squadra di polizia anti-terrorismo ha avviato severi controlli nelle roccaforti dell'estremismo islamico come Karanganyar, Klaten, Prambanan e le zone costiere di Java centrale. (MS)

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