02/10/2006, 00.00
INDONESIA
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Attentati ed aggressioni a Poso, il governo invia centinaia di poliziotti

di Benteng Reges
Nella provincia indonesiana di Sulawesi centrali sale la tensione dopo la fucilazione dei tre cattolici: esplosioni in serie contro chiese e scuole, pugnalato un cristiano e aggredito il capo della polizia locale. Analisti: "Gli agitatori del 2000 continuano a giocare le loro carte".

Poso (AsiaNews) – Aggressioni a civili, bombe contro chiese e l'arrivo di centinaia di uomini della polizia nel tentativo di controllare il temuto riaccendersi del conflitto interreligioso dopo la recente fucilazione di tre cattolici. Questo è stato il fine settimana a Poso, provincia indonesiana di Sulawesi centrali, già teatro di sanguinosi scontri tra cristiani e musulmani tra il 1999 e il 2001.

In città gli abitanti hanno deciso di non uscire di casa e le attività commerciali sono rimaste chiuse in seguito ad serie di attentati avvenuti tra il 29 settembre e il 1 ottobre.

Ieri un gruppo di 20 uomini con maschere nere ha fermato un autobus di linea, costretto a scendere cinque passeggeri e accoltellato uno di loro, prima che arrivasse la polizia. L'uomo, un cristiano, è ora ricoverato a Poso con gravi ferite alla schiena.

Il giorno precedente, 30 settembre, una serie di attentati dinamitardi aveva già colpito la cittadina. Tra gli obiettivi degli ordigni, una chiesa protestante in costruzione ed un complesso scolastico. Gli attentati non hanno causato feriti.

Nel mirino anche le forze di sicurezza. Il 29 settembre un gruppo di cristiani a Pamona est, reggenza di Poso, ha aggredito il capo della polizia delle Sulawesi centrali, Badrodin Haiti, recatosi in visita ufficiale al comando di polizia locale. Haiti è considerato dalla comunità cristiana uno dei maggiori responsabili della morte di Fabianus Tibo, Marinus Riwa e Dominggus Da Silva, giustiziati a Palu il 22 settembre scorso tra le critiche internazionali. Il processo, che ha condannato i tre come leader di una milizia cristiana operativa negli scontri di Poso, è stato infatti caratterizzato da illegalità e pressioni di estremisti islamici.  

In seguito agli ultimi incidenti il governo ha inviato nella zona altri 400 poliziotti oltre alle squadre già presenti per precauzione nei giorni successivi alla fucilazione. Gli uomini sono dispiegati nei punti più sensibili fuori e dentro Poso.

Secondo analisti politici, il conflitto di Poso non è finito: "Mani sporche stanno ancora giocando le loro carte". È un'interpretazione condivisa anche dal governatore provinciale HB Paliudju: "Gli stessi agitatori (del 2000) continuano il loro gioco" ha detto ieri al termine di un incontro con i responsabili di esercito e polizia.

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